Estorsione e usura mascherate dalle false fatturazioni
MILANO Con l`arresto di quattro persone già note alle forze dell`ordine e il sequestro di beni immobili per circa un milione di euro si è conclusa un`indagine condotta dalla Dia di Milano nei confron…

MILANO Con l`arresto di quattro persone già note alle forze dell`ordine e il sequestro di beni immobili per circa un milione di euro si è conclusa un`indagine condotta dalla Dia di Milano nei confronti di un presunto gruppo criminale accusato di essere dedito alla commissione di estorsioni e usure. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Mario Venditti della Procura della Repubblica di Milano, hanno richiesto più di due anni di intercettazioni telefoniche ed ambientali, accertamenti bancari e patrimoniali per riuscire a ricostruire le attività dell`organizzazione.
Gli arrestati, tutti pluripregiudicati per vari reati e ritenuti contigui alle cosche della `ndrangheta, tra il 2008 e il 2009 avrebbero concesso a un imprenditore milanese in gravi difficoltà economiche e privo di liquidità prestiti a usura per più di un milione di euro a tassi superiori al 40% mensile. Per le richieste estorsive il gruppo avrebbe fatto ricorso anche a brutali pestaggi, causando gravi lesioni alla vittima, e minacce di ritorsioni nei confronti dei suoi familiari di cui gli arrestati conoscevano luoghi di residenza e abitudini.
Gli arrestati sono Giovanni Forti, di 51 anni residente a Novara, Dario Pandolfi di 61, domiciliato a Milano, Elio Nestola, di 57, di Milano e Vito Moro, di 47, già detenuto per reati riguardanti gli stupefacenti. «L`attività investigativa – comunica la Dia – ha consentito di fare luce su un meccanismo ormai consolidato di penetrazione criminale nell`economia lecita. Infatti le restituzioni dei prestiti usurari venivano contabilmente giustificate con l`emissione, da parte di società cartiere appositamente costituite dagli appartenenti al sodalizio, di fatture per operazioni inesistenti. E il più delle volte l`importo dell`Iva al 20% indicato nella falsa fattura coincideva con il tasso d`interesse mensilmente praticato».
Il guadagno dell`usura veniva reimpiegato nella gestione di una immobiliare proprietaria di beni in provincia di Milano e di Bergamo. Quattro appartamenti nel comune di Trezzo sull`Adda (Milano), un ufficio commerciale e tre appartamenti nel comune di Brembate (Bergamo) sono stati posti sotto sequestro.