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Soppressione delle Province Vibo e Crotone non ci stanno

La politica si muove per cercare di impedire la possibile soppressione di alcune Province, tra cui le calabresi Vibo Valentia e Crotone, nell’ambito dell’azione di “spending review” del governo Monti…

Pubblicato il: 02/07/2012 – 18:46
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Soppressione delle Province  Vibo e Crotone non ci stanno

La politica si muove per cercare di impedire la possibile soppressione di alcune Province, tra cui le calabresi Vibo Valentia e Crotone, nell’ambito dell’azione di “spending review” del governo Monti. A tutti i livelli istituzionali, in particolar modo nelle aree interessate al provvedimento proprio in queste ore all’esame di palazzo Chigi, si registrano reazioni allarmate.

I CAPIGRUPPO SOLLECITANO IL GOVERNATORE
Se n’è parlato anche in consiglio regionale, dove tutti i capigruppo hanno sottoscritto una lettera indirizzata al governatore Scopelliti, a cui viene chiesto di agire nell’esercizio dei poteri che, in questo ambito, sono conferiti alle Regioni. Esse, infatti, viene ricordato nel documento, «hanno in materia prerogative costituzionali precise che, vincolanti o meno, non possono, a nostro avviso, restare inespresse, tenuto conto che la nostra regione per popolazione, numero di comuni ed estensione territoriale, può conservare le cinque province esistenti. Tutti gli enti regionali, infatti, nei cui confini ricadono province suscettibili di soppressione, sono mobilitate in una azione negoziale con il governo allo scopo di affermare ragioni territoriali idonee a tutelare le loro realtà nel processo di riassetto istituzionale quale quello in esame». Nella missiva firmata dai consiglieri Dattolo, De Masi, Chiappetta, Principe, Bilardi, Serra, Sulla, Pacenza e Bova, viene sollecitato un intervento dell’esecutivo «rispetto ad un provvedimento che, in considerazione di peculiarità e condizione socio-economica delle realtà crotonese e vibonese, finirebbe per pregiudicarne potenzialità di sviluppo, nonché conservazione di presidi istituzionali e democratici irrinunciabili».

ZURLO E VALLONE: «TUTTI A ROMA IL 4 LUGLIO»
Il presidente della Provincia e il sindaco di Crotone, Stano Zurlo e Peppino Vallone, hanno rivolto un invito ai loro colleghi degli altri enti intermedi e ai primi cittadini dei Comuni capoluogo, chiedendo loro di partecipare ad una riunione organizzata per il 4 luglio nella sede dell`Upi, a Roma. «Notizie di stampa, in questi giorni stanno fortemente rilanciando, nell`ambito della cosiddetta “spending review”, la concreta ipotesi di un taglio di decine di Province italiane. Il clima già di per sé pesante costruito attraverso una campagna mediatica attorno ad enti che svolgono da anni importanti azioni di raccordo tra i Comuni del territorio di competenza è reso ancora più intorpidito dall`incertezza che regna intorno alle modalità di questi paventati tagli. Tagli – scrivono in una lettera Zurlo e Vallone – che andrebbero a colpire enti rappresentativi di volontà popolare con grave nocumento per le popolazioni amministrate».

STASI: «PROVVEDIMENTO DI FACCIATA»
«È iniquo, ingiusto e solo un provvedimento di facciata quello che si affaccia ad emanare il governo nelle prossime settimane», attacca la vicepresidente della Regione, Antonella Stasi. «Le Province – prosegue – in Italia sono 110 e abolirlne di colpo con un`accetta solo una piccola parte si prefigura come un`operazione di facciata e non di sostanza rispetto ad un lavoro serio che potrebbe essere portato avanti per ridisegnare l`assetto delle istituzioni locali, con un lavoro razionale e definitivo».

LA LETTERA APERTA DI DE NISI
Da parte sua, il presidente della Provincia di Vibo, Francesco De Nisi, in una lettera aperta elenca tutti i potenziali effetti negativi che discenderanno dalla soppressione degli enti intermedi: «La cancellazione degli attuali confini provinciali determinerà un salto indietro nel tempo di vent’anni, con una serie di conseguenze a cascata che comprometteranno i già precari equilibri sociali, economici e occupazionali. Le conseguenze di questa scelta avranno una portata devastante soprattutto sulla qualità della vita. La città capoluogo tornerà a essere una paesone della lontana periferia catanzarese, con il contestuale crollo del mercato immobiliare e una contrazione disastrosa delle attività commerciali e ricettive. I principali servizi al cittadino saranno decentrati nel nuovo – anzi, vecchio – capoluogo di provincia, con enormi disagi per chiunque abbia l’esigenza di raggiungere un ufficio pubblico per normali adempimenti. I presidi territoriali delle forze dell’ordine saranno soppressi e riorganizzati sulla base dei nuovi confini provinciali, allargando inevitabilmente le maglie di quella rete di sicurezza a protezione dei cittadini che soltanto la presenza costante dei tutori della legge può assicurare .In un territorio ad alta densità mafiosa, già condizionato da uno stillicidio quotidiano di estorsioni, attentati e intimidazioni – prosegue De Nisi –, lo Stato decide dunque di arretrare, ripiegando su posizioni di retroguardia che renderanno la vita più facile alla criminalità organizzata».

L`APPELLO DEL PD CROTONESE
Invita alla mobilitazione il Partito democratico di Crotone. «A pagare le conseguenze più care di una scelta infelice ma soprattutto inefficace per risanare i conti dello Stato, saranno quei territori dove le province rappresentano presidi di legalità, coesione sociale e di democrazia, erogazione di servizi, snellimento di procedure – denuncia il Pd in un comunicato –». Nel territorio jonico, prosegue la nota, «l’istituzione della Provincia, dopo anni di lotta unitaria e di popolo, assunse il sapore della conquista vera, un sapore che nascondeva però il retrogusto amaro di una vita breve, troppo breve, di un ente che ha dato negli ultimi anni, all’intero territorio provinciale, rispetto e dignità, autonomia, programmazione democratica del proprio sviluppo socio economico, identità culturale. Non sarà certo il taglio di qualche provincia a sanare la situazione italiana», sostiene ancora il Partito democratico, che rimarca i contraccolpi negativi in termini di prestazioni erogate alla popolazione: «Eliminare le province non significa cancellare con un colpo di spugna solo e unicamente i compensi degli amministratori, ma soprattutto tagliare servizi e opportunità per i cittadini, aumentare i loro disagi e accrescere il distacco con le istituzioni. Verrebbero meno, nei capoluoghi provinciali, altri presidi di associazioni, sindacati, ma anche i comandi provinciali delle forze dell’ordine, le prefetture, le Camere di commercio. Tutto questo concorrerebbe a far fare ad un territorio come quello di Crotone un passo sulla strada del non ritorno».

NICODEMO OLIVERIO INVITA A FARE RETE
Il deputato crotonese del Pd, Nicodemo Oliverio, evidenzia il rapporto troppo alto tra costi in termini sociali e benefici di carattere economico. Abolire alcune Province, per lui, «significa eliminare efficaci presìdi dello Stato prossimi ai cittadini. Significa spazzare via con una ruspa strutture a sostegno della vita associata come delle imprese. Significa anche ridurre spazi di rappresentanza politica ed umiliare territori svantaggiati che nell`ente Provincia trovano elementi di valorizzazione della loro storia, della loro identità, della loro cultura e della distintività delle loro produzioni e del loro artigianato. Le Province in questi anni sono state occasioni per innescare le leve di uno sviluppo territoriale e locale – sostiene ancora Oliverio – che ha contribuito ad attrarre risorse altrimenti dirottate altrove. Per questo è necessario continuare a promuovere iniziative politiche di sensibilizzazione dell`opinione pubblica e di coordinamento con tutte le altre province interessate dalla soppressione».

DORINA BIANCHI: «MODIFICARE I CONFINI DELLE PROVINCE»
Nel corso di una conferenza stampa organizzata dal Pdl di Crotone, a cui ha preso parte tra gli altri il consigliere regionale Salvatore Pacenza, la senatrice Dorina Bianchi ha indicato una possibile soluzione: «Chiedo al presidente della Regione di modificare i confini territoriali e quindi rimodulare i parametri di suddivisione delle Province calabresi in modo da salvarle tutte e cinque. La parlamenta re «si è appellata all`articolo 133 della Costituzione che, fra l`altro, consente alle Regioni di modificare le circoscrizioni una volta sentito anche il parere delle popolazioni interessate». In questa direzione, e anche per salvaguardare l`aeroporto “Sant`Anna”, il Pdl di Crotone chiede «un impegno chiaro dei vertici nazionali del partito seduti in parlamento».

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