CATANZARO Tanto per chiarire il concetto, la prima citazione che Floriano Noto ha voluto fare propria appartiene a Giuseppe Dossetti. Italia Futura, movimento guidato da Luca Cordero di Montezemolo, e il suo presidente regionale si ispirano al cattolicesimo illuminato. E puntano a crescere. Secondo una nota diramata dopo la prima riunione del direttivo regionale sono ormai circa 1.500 le persone («professionisti, imprenditori e liberi cittadini») che hanno aderito al progetto. Nella sede di Catanzaro c`erano i pionieri del progetto in salsa calabrese: Ilaria Campisi, Saverio Nisticò, Sergio Nucci, Paolo Zagami, Paolo Naccarato, Francesco Lopez, Giuseppe Frandina, Matteo Tubertini e il socio fondatore Carlo Siciliani. Il direttivo, dopo ampio e proficuo dibattito, ha deliberato all’unanimità l’organizzazione, nelle prossime settimane, di incontri a livello territoriale cui parteciperanno il presidente Noto e i diversi esponenti del gruppo dirigente di Italia Futura Calabria. Poi, i membri del direttivo hanno fissato le priorità da studiare: l’efficacia e l’efficienza della macchina amministrativa dal livello nazionale a quello regionale e locale; i costi della politica; il rafforzamento dei processi democratici anche in riferimento alla disponibilità delle nuove tecnologie informatiche; la rimodulazione, anche a seguito della razionalizzazione degli apparati amministrativi e di governo, delle risorse finanziarie disponibili da indirizzare verso il potenziamento delle infrastrutture, rispetto alle quali la Calabria registra ritardi inaccettabili, a favore delle politiche giovanili e per la solidarietà.
Proprio riguardo alla solidarietà, il direttivo ha fatto riferimento al recente documento della Conferenza Episcopale Calabra «che ha lanciato un alto monito volto a tenere sempre ben presenti gli irrinunciabili insegnamenti della dottrina cristiana e del Vangelo».
«Tensione ideale e competenza – ha spiegato Floriano Noto – sono indispensabili per ridare impulso ad un’azione politica che deve essere riempita di contenuti e progetti tanto seri quanto autorevoli. Mi piacerebbe che la gente oggi riflettesse di più sulle cause che non sulle conseguenze della situazione per molti aspetti drammatica che stiamo vivendo, figlia di improvvisazione e di lassismo, di clientele e corruzione diffuse, di mancanza assoluta di programmazione, di evidente inadeguatezza dei molti che abbiamo scelto per rappresentarci. Gli enormi sacrifici cui stiamo andando incontro non devono cedere il passo alla facile demagogia e al populismo, generatori di illusioni e di nuovi disastri, ma devono porre al centro la questione della responsabilità e della qualità dell’azione politica e amministrativa. Oggi paghiamo pesantemente il prezzo di tante scelte assurde e sbagliate che hanno dissipato risorse finanziarie immense e che hanno fatto perdere al nostro Paese e al Mezzogiorno occasioni preziose in termini di sviluppo sano e di creazione di posti di lavoro produttivi».
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