Cent`anni di storia, confermate tutte le condanne
LAMEZIA TERME La Corte d`appello di Reggio Calabria ha emesso oggi pomeriggio la sentenza di secondo grado del procedimento denominato “Cent`anni di storia”. La Corte, presieduta dal giudice Iside Ru…

LAMEZIA TERME La Corte d`appello di Reggio Calabria ha emesso oggi pomeriggio la sentenza di secondo grado del procedimento denominato “Cent`anni di storia”. La Corte, presieduta dal giudice Iside Russo, ha confermato l`assoluzione dell`ex sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione, dall`accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Confermate tutte le altre condanne inferte in primo grado dal collegio del Tribunale di Palmi. Sulla posizione del boss di Gioia Tauro Giuseppe Piromalli, a fronte della condanna di primo grado a 12 anni di reclusione e ritenuta la continuazione con altre condanne, la Corte ha rideterminato la pena in 30 anni di carcere. Motivazioni analoghe per Domenico e Girolamo Molè, con aumento della pena sull`ergastolo rispettivamente a tre e due anni di isolamento diurno. Confermate tutte le altre condanne nei confronti dell`imprenditore romano Pietro D`Ardes (11 anni), dell`avvocato romano di origine calabrese, Giuseppe Mancini (9 anni e sei mesi); Antonio e Natale Alvaro (9 anni); Gianluigi Caruso (5 anni). Sulla posizione di Giuseppe Alvaro, la Corte ha dichiarato il «non doversi procedere», per la morte dell`imputato. Il processo “Cent`anni di storia” ha avuto inizio il 20 ottobre dello scorso anno ed è frutto di una lunga e complicata indagine della Distrettuale antimafia di Reggio Calabria sulla infiltrazione mafiosa al Comune di Gioia Tauro e sul tentativo delle cosche gioiesi Piromalli e Molè, e quella di San Procopio degli Alvaro, di acquisizione della cooperativa portuale “All service”. In realta` si tratta di due inchieste separate, confluite pero` in unico troncone alla fine della fase di indagine. Un troncone, quello che ha puntato i fari sull`infiltrazione mafiosa nell`economia del porto, ha avuto l`esito che speravano i magistrati. L`altro, quello tendente a dimostrare che i Piromalli-Molè sono padroni assoluti della città con la connivenza del sindaco del tempo, si è dimostrato insufficiente visto che per la gran parte ruotava attorno al tentativo del Comune gioiese di riabilitare uno dei Piromalli che, essendo condannato in un precedente processo, deve pagare i danni quantificati dal tribunale e aveva chiesto di poter lavorare per l`ente sotto forma di risarcimento. Questo filone di indagine si era sgonfiato , visto che oltre al sindaco Dal Torrione anche il collega rosarnese Martelli era stato prosciolto da ogni accusa.