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Ecco le novità contenute nella riforma dell`Afor

REGGIO CALABRIA Ricordate i forestali? «Sono una maledizione. Non fanno niente, non intervengono contro le fiamme, non danno alcun aiuto», ebbe a dire negli anni scorsi un politico navigato come il…

Pubblicato il: 22/07/2012 – 1:45
Ecco le novità contenute nella riforma dell`Afor

REGGIO CALABRIA Ricordate i forestali? «Sono una maledizione. Non fanno niente, non intervengono contro le fiamme, non danno alcun aiuto», ebbe a dire negli anni scorsi un politico navigato come il vecchio Giacomo Mancini. Grazie a generosi prepensionamenti l`esercito dei forestali calabresi negli anni si è assottigliato. E malgrado questo costa ben 240 milioni di euro l`anno: 80 li mette la Regione e 160 lo Stato. Oggi conta poco più di ottomila unità e si appresta a vivere la più importante riforma della sua storia. Tutto sarà deciso nel corso della seduta del consiglio regionale di venerdì 3 agosto. Per quel giorno l`assessore regionale Michele Trematerra conta di portare a casa l`approvazione di una «riforma epocale».
L`istituzione dell`Azienda regionale per la forestazione e per le politiche della montagna comporterà la soppressione e la liquidazione delle venti comunità montane calabresi. Nella legge si prevede che le loro funzioni vengano esercitate dalla Regione attraverso la neo istituita Azienda. In sede liquidatoria, attraverso un piano elaborato dal commissario ed approvato dalla giunta regionale, saranno assegnati a ciascun Ente, in proporzione alle funzioni ed ai rapporti trasferiti, le risorse umane, finanziarie e strumentali, incluse le sedi istituzionali e gli altri beni disponibili già di proprietà delle comunità, facendo salvi i rapporti di lavoro per come esistenti. Il numero totale dei dipendenti delle comunità montane calabresi, distinto per aree funzionali e titolo di studio, secondo il nuovo assetto istituzionale ad oggi conta 388 unità e le risorse necessarie a garantire il trattamento stipendiale supera i 14 milioni di euro. Rispetto a questa situazione, la riforma dovrebbe consentire l’eliminazione della spesa corrente per gli organi politici, mentre la spesa del personale sarebbe posta in diminuzione in ragione delle fuoriuscite per pensionamenti o altra natura. A tutto ciò va aggiunto pure il fatto che l’attuale dotazione organica delle comunità montane è costituita da personale assunto in vigenza della legge 285/77 che prevedeva immissioni in ruolo secondo fasce di età compresa tra 15 e 29 anni. Conseguentemente l’attuale dotazione organica dovrebbe essere posta quasi totalmente in quiescenza, secondo la vigente riforma pensionistica, al massimo entro 7-8 anni, con un drastico taglio della spesa per stipendi.  
Per quanto concerne poi la dotazione organica dell’Afor, questa conta 99 unità di personale, impiegato sia presso la sede della direzione generale di Catanzaro che presso le sedi provinciali, con un costo annuo di circa 4 milioni di euro compreso il costo del management, che per come riportato nel bilancio di previsione dell’Azienda è quantificato in 1,3 milioni di euro. La riforma prevede un taglio netto delle indennità dei vertici con un risparmio stimato in oltre 900mila euro.
Messa in questo modo, la partita sarebbe già bella e chiusa. In realtà, il nodo principale da superare resta quello relativo alla natura giuridica dell`ente. Da più parti viene evidenziato che il testo della giunta rischia di essere censurato per incostituzionalità dal Consiglio dei ministri. Secondo alcuni esponenti della minoranza di centrosinistra, l`Azienda dovrebbe rimanere esclusivamente pubblica per non rischiare di perdere i finanziamenti statali che fino ad oggi hanno consentito di mantenere in vita Afor e Arssa e non creare problemi con i contratti di lavoro dei dipendenti.
«La riforma – spiega Carlo Guccione, rappresentante del Pd in consiglio regionale – va rivisita soprattutto alla luce del decreto sulla spending review che impone di accorpare enti, agenzie e organismi che fanno capo alla Regione con l`obbligo di risparmiare il 20% sulla spesa attuale. E poiché se non lo facciamo noi, sarà lo stesso governo, trascorsi nove mesi, a procedere all`accorpamento, probabilmente occorre avviare fin da subito un confronto ampio sulla riforma di tutti gli enti strumentali».
Per l`approvazione della riforma serve l`ok dei due terzi dell`Aula. Tradotto: senza i voti di almeno quattro esponenti dell`opposizione (a questo proposito si guarda con molta attenzione alle mosse dei componenti del gruppo Misto) non sarà possibile scrivere una nuova pagina nella travagliata esistenza dei forestali calabresi.

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