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Detenuto tenta il suicidio, salvato da un agente

CATANZARO Un detenuto ristretto nella sezione separata della casa circondariale di Catanzaro ha tentato il suicidio utilizzando le lenzuola come corda per impiccarsi e uno sgabello come appoggio. È a…

Pubblicato il: 01/08/2012 – 12:42
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Detenuto tenta il suicidio, salvato da un agente

CATANZARO Un detenuto ristretto nella sezione separata della casa circondariale di Catanzaro ha tentato il suicidio utilizzando le lenzuola come corda per impiccarsi e uno sgabello come appoggio. È accaduto ieri sera intorno alle 21. A rendere noto l`episodio è il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Il rumore ha attirato l`attenzione del personale della polizia penitenziaria che è intervenuto riuscendo a liberare il detenuto prima che riuscisse nel suo intento suicida. «Nel carcere di Catanzaro – aggiungono – ci sono circa 570 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti, quindi, il sovraffollamento è altissimo; il lavoro della polizia penitenziaria è reso ancora più difficile dalla mancanza di personale. Nel carcere di ci sono anche due sezioni di alta sicurezza (As1 e As2) con detenuti condannati anche per gravi fatti di terrorismo, nonché di criminalità organizzata, sono infatti 330 i detenuti appartenenti al circuito alta sicurezza». «Bisogna ricordare – continuano i due sindacalisti – che nonostante le gravi carenze di personale ogni anno la polizia penitenziaria salva oltre mille detenuti che tentano il suicidio. In Italia mancano settemila unità di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria e, a causa dei tagli alla spesa, il governo ha previsto la riduzione delle assunzioni per il prossimo triennio. Infatti, dal 2012 al 2014 saranno assunti solo il 20% di coloro che andranno in pensione, mentre per il 2015 il 50%. Ciò determinerà un`ulteriore diminuizione di circa 2500 agenti». Il Sappe chiede che siano «avviate le procedure per il conferimento di un idoneo riconoscimento al personale della polizia penitenziaria che con il proprio intervento è riuscito a evitare che il gesto posto in essere dal detenuto potesse degenerare. Un personale di polizia penitenziaria che a Catanzaro come in tutto il Paese è chiamato quotidianamente ad affrontare una situazione difficile sia per il sovraffollamento che per la mancanza di uomini e risorse economiche e che, purtroppo, in questi giorni, si trova – continuano – all`attenzione anche di un`inchiesta giudiziaria che ci auguriamo consenta al più presto di fare chiarezza e accertare eventuali responsabilità personali e allo stesso tempo permetta di salvaguardare l`onore del personale della polizia penitenziaria e in particolare di quello di origine lametina che da sempre e in tutti le sedi di servizio è riuscito a dimostrare la propria competenza e il proprio attaccamento alle istituzioni».

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