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Sindacati in rivolta contro la riforma dell`Afor

LAMEZIA TERME I sindacati annunciano guerra contro la riforma dell`Afor, in programma per il prossimo 3 agosto in consiglio regionale. Le varie sigle confederali hanno proclamato lo stato di agitazio…

Pubblicato il: 01/08/2012 – 13:24
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Sindacati in rivolta contro la riforma dell`Afor

LAMEZIA TERME I sindacati annunciano guerra contro la riforma dell`Afor, in programma per il prossimo 3 agosto in consiglio regionale. Le varie sigle confederali hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori, che venerdì prossimo organizzeranno un presidio davanti a Palazzo Campanella. Questa mattina, durante una conferenza stampa congiunta, i rappresentanti dei lavoratori hanno spiegato i motivi di questa netta protesta contro il provvedimento – licenziato dalla seconda commissione Bilancio – che riorganizza l`ente strumentale della regione, trasformandolo in ente pubblico di natura economica. Un riordino che i sindacati, in modo unitario, giudicano inappropriato per le esigenze della forestazione e in controtendenza rispetto alla necessità di tutelare i diritti dei lavoratori. Per questo hanno invocato un rinvio della riforma dell`Afor (che sarà discussa insieme a quella dell`Arssa), in modo da consentire una discussione più approfondita che serva al raggiungimento di un progetto ampiamente condiviso. «In un settore come questo – ha detto Santino Aiello, segretario generale Flai Cgil – non si può agire in modo unilaterale. Con questa riforma il nuovo ente dovrà realizzare il pareggio di bilancio e sarà obbligato, in caso di non raggiungimento dell`obiettivo, a licenziare. La politica apra il dialogo, altrimenti faremo di tutto per ostacolare una legge che nega i diritti dei lavoratori e lo sviluppo della Calabria». Le maggiori critiche sono riservate al cambio di natura giuridica del nuovo organismo. «La riforma – spiega Nino Merlino, segretario generale Uila Uil – introduce principi di carattere privatistico che mettono in discussione la stabilità dei lavoratori. I loro diritti non possono essere messi in discussione da un provvedimento che porta ulteriore disorganizzazione nel settore della forestazione. La politica non vuole affrontare seriamente il problema, per questo venerdì inizierà la lotta».
Pino Gualtieri, segretario Fai Cisl, ricorda come «la forestazione ha bisogno di una vera riforma», in quanto si tratta di un settore che «potrebbe essere il fulcro dell`economia calabrese. Non vogliamo  tentativi che siano fotocopie del passato». Altra questione è la soppressione delle Comunità montane. A tal proposito, è lo stesso Gualtieri a specificare la volontà di non «creare un altro carrozzone. Questi lavoratori non possono confluire nell`Afor», proprio perché si andrebbero a creare diversi tipi di retribuzione per identiche mansioni. Secondo Paolo Tramonti, segretario generale Cisl, nella riforma varata dalla maggioranza di centrodestra «mancano risposte per il rilancio del settore, su cui ci saremmo aspettati un maggiore confronto. La giunta regionale deve rinviare l`approvazione del testo, favorendo la discussione per una riforma organica». «Per l`Arssa – ha continuato Tramonti – c`è stato un minimo di apertura, non si capisce perché lo stesso non possa avvenire per la forestazione». Ma, oltre a entrare nel merito del nuovo progetto di legge, i sindacati paventano anche il rischio bocciatura da parte del governo. «La spending review – ha aggiunto il rappresentante Cisl – prevede accorpamenti e riduzioni. Il provvedimento corre perciò il pericolo di essere impugnato».
«Noi siamo interessati a una vera riforma – attacca Pasquale Aprigliano, segretario confederale Cgil -, a differenza della giunta e della maggior parte del Consiglio, che non la vogliono. Il nuovo ente non prevede né mission, né governance, né copertura finanziaria. In più, è incompatibile con le leggi dello Stato. Cercheremo in tutti i modi di impedire che venga approvata».

MOBILITAZIONE PER L`ARSSA Intanto, i lavoratori dell’ex Esac Impresa, in seguito all’approvazione del testo di riforma dell’Arssa – licenziato ieri – «esprimono la propria contrarietà e preoccupazione, in quanto non è prevista alcuna soluzione per le funzioni» da loro svolte, che «rischiano di essere smantellate e svendute con conseguenze sia sulla tenuta occupazionale nonché sulla la crescita e lo sviluppo del territorio». Le rappresentanze sindacali hanno anche parlato di «proclami e tatticismi politici sullo sviluppo delle aree interne, con impegni fini a se stessi che stridono con decisioni che vanno nella direzione opposta. Occorre un serio rilancio dell’economia della montagna, a cui va agganciata la missione dei nuovi enti strumentali che devono prevedere le attività che si sono costituite negli anni riorganizzando le stesse rispetto ai fini dell’ente».
I lavoratori hanno inoltre espresso «preoccupazione per le dichiarazione del dirigente del bilancio Pietro Manna fatte in commissione il 31 luglio, che parla di incertezza nella copertura dei costi del personale dell’Arssa in liquidazione e sembrerebbe voler trasferire i 14 milioni previsti per ex Esac impresa e di altre attività non connesse ai fini istituzionali alla copertura finanziaria della nuova azienda. È paradossale che in una fase di spending review l’incertezza più grande riguardi le poste finanziarie». Al tempo stesso i dipendenti si dichiarano «contrari a soluzioni pasticciate sulle ipotesi di trasferire strutture come gli impianti a fune e le attività collaterali ad altri soggetti come le Ferrovie della Calabria che attraversano una situazione di emergenza finanziaria specifica, così come ipotesi industriali  già sperimentate come la “Pagliara” chiusa e in regime di fallimento. Così come non sono percorribili percorsi di trasferimento alle Province e Comuni in una situazione di incertezza giuridica e per i tagli ai bilanci degli stessi».

Venerdì prossimo, in Consiglio, sarà una giornata calda.

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