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Ripartire dalla Calabria per ricostruire l`Italia

Con la presentazione della Mozione parlamentare sulla Calabria, il segretario nazionale, Pier Luigi Bersani e i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, insieme al commis…

Pubblicato il: 03/08/2012 – 14:00
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Ripartire dalla Calabria per ricostruire l`Italia

Con la presentazione della Mozione parlamentare sulla Calabria, il segretario nazionale, Pier Luigi Bersani e i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, insieme al commissario regionale, Alfredo D’Attorre, ai parlamentari e al gruppo dirigente calabrese, hanno voluto trasmettere – al governo Monti e all’opinione pubblica – un messaggio chiaro ed inequivocabile che non c’è ricostruzione e tenuta, in Italia, se non c’è una svolta che riguarda il Sud e, in particolare modo, la specificità calabrese.
Un Mezzogiorno che deve tornare ad essere centrale nel dibattito politico nazionale e nell’azione del governo Monti, che segni una netta discontinuità rispetto alle scelte scellerate compiute dai governi Bossi-Berlusconi che hanno fortemente penalizzato il Sud compromettendone – seriamente – il futuro.
Per noi, per il Pd, la presentazione della mozione sulla Calabria, ha un duplice significato: il primo è politico-nazionale; come se la nostra Regione diventasse la metafora della criticità italiana da portare nel luogo della politica. Quel luogo che nei processi di globalizzazione è sempre più legato al destino dell’Europa. Pertanto, il ruolo del segretario nazionale e del gruppo dirigente, è da sottolineare come un serio e duraturo contributo alla Calabria e incardina nel modo più congeniale la questione italiana nel contesto europeo.
Il secondo aspetto, altrettanto importante e significativo, è quello che stimola ciascuno di noi, i livelli di rappresentanza istituzionale, le organizzazioni territoriali a ragionare sull’analisi della realtà e delle proposte per risolvere i problemi nel modo più giusto e duraturo.
Cosa di non poco conto, specie in questa fase congressuale, nella quale partendo dai circoli si vuole ricostruire il profilo di un partito che ha rischiato ancora di smarrire la propria funzione.
Un rischio che ancora incorre sul Pd calabrese se prevale la tentazione di fermarsi a ragionare del passato in una specie di coazione a ripetere senza trovare la via che ci fa ritornare pienamente in campo con le nostre intelligenze, le nostre passioni, le nostre idee e la nostra esperienza.
Una nuova classe dirigente non nasce dal nulla ma dalla capacità di interpretare il presente, di individuare le storture sociali, economiche e politiche che ci inchiodano nei nostri ritardi, nelle nostre diseconomie, costruire le proposte che ci consentono di aprire una nuova storia.
Il nostro futuro non può essere affidato alla tecnica, la quale per quanto possa essere importante, rimane sempre uno strumento della politica.
Tantomeno, può essere la risposta del domani, il populismo e la facile demagogia,  tanto care alla destra, in grado di alimentare solo gli egoismi.
C’è la necessità, oggi, di una nuova cultura riformista che sappia affrontare i grandi squilibri e le insopportabili diseguaglianze che inibiscono la possibilità stessa di rendere credibili il futuro delle nuove generazioni e non solo delle aree più svantaggiate, ma dell’Italia e dell’Europa.
Queste diseguaglianze non sono solo quelle economiche, ma di opportunità, di diritti, di giustizia, di saperi e rappresentano il vero ostacolo ad ogni prospettiva di sviluppo.
E il paradosso della modernità è quello che proprio qui, dove sono le domande, le aspirazioni più forti, proprio qui la politica non ha saputo investire su una nuova frontiera dello sviluppo.
Sorgono così tante domande, alcune sulle quali nella mozione si danno risposte innovative e credibili e da qui occorrerebbe avviare un momento di confronto alto che investa tutta la classe dirigente calabrese a partire dalle forze sociali ed imprenditoriali che hanno concorso ad elaborare il percorso del lavoro fin qui fatto.
Coinvolgere, quindi, tutte le forze democratiche che hanno a cuore le sorti della Calabria.
Le prese di posizione e i commenti hanno largamente sottolineato la novità che si è introdotta nella politica calabrese.
Stupisce la posizione strumentale espressa dai vari esponenti del Pdl che non avendo argomentazioni e non potendo portare alcun titolo di merito preferiscono la via della demolizione.
Una via elettoralistica che cerca di nascondere alla Calabria i danni prodotti in questi anni dalle menzogne berlusconiane e dalla rapacità delle leghe nordiste che hanno depredato il Mezzogiorno e la Calabria.
Questo atteggiamento è un atto di debolezza politica per un partito al governo della Regione, al governo di tre province su cinque e al governo di tre capoluoghi e rischia di non essere rappresentativo dell’opinione media dei suoi gruppi dirigenti, dai quali sono venute proposte in sintonia con quanto sostenuto nella mozione.
I fatti delle prossime settimane si incaricheranno di smentire ogni strumentalità.
Ripartire e investire sulla Calabria e sul Mezzogiorno sarà il tema centrale della Conferenza Nazionale meridionale, che si terrà a Lamezia Terme il 28 e 29 settembre e sarà conclusa dal Segretario Nazionale del partito, Pier Luigi Bersani.
Una grande opportunità per mettere a punto il nostro progetto coinvolgendo la società, i saperi, le forze sociali e imprenditoriali per far ridiventare il Sud protagonista di quella riscossa civica che è necessaria per ricostruire il Paese.    


                  Tonino Barberio – Segretario cittadino Pd di Lamezia
                  Nicola Criniti – Segretario circolo Pd Badolato
                  Fabrizio Cassala – Segretario circolo di Sellia Marina  
                  Giovanni Paone – Segretario circolo di Tiriolo
                  Santino Bubbo – Segretario circolo di Petronà

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