Il nuovo porto di Scalea si “arena” al Tar
CATANZARO Il 14 settembre si è tenuta presso il Tar di Catanzaro l`udienza del procedimento amministrativo avviato nel 2002 per la costruzione del porto Torre Talao a Scalea. L`associazione Italia No…

CATANZARO Il 14 settembre si è tenuta presso il Tar di Catanzaro l`udienza del procedimento amministrativo avviato nel 2002 per la costruzione del porto Torre Talao a Scalea. L`associazione Italia Nostra Onlus, per il tramite del legale Marcello Nardi, sostenuta dal comitato Scalea 2020, lo scorso mese di febbraio aveva fatto ricorso contro la Valutazione d`impatto ambientale rilasciata dalla Regione Calabria (pubblicata sul Burc del 24 ottobre 2011). Tra le varie censure sollevate, una risultava particolarmente grave: dal progetto definivo del porto turistico, infatti, era letteralmente scomparso il canale Sallegrino, che attualmente sfocia lì dove dovrebbe realizzarsi la darsena: l`Autorità di Bacino regionale, ente deputato alla salvaguardia delle norme dettate per la prevenzione del dissesto idrogeologico, ne aveva prescritto la deviazione a nord del porto. Deviazione difficile, se non impossibile, da realizzare per la presenza dei palazzi. Un “ostacolo” che i progettisti hanno risolto a monte con quella che a molti è apparsa un`operazione, se non “di prestigio” come hanno ribadito le associazioni del territorio, quanto meno avventata.
Il mese scorso Italia Nostra, avendo appreso che nel frattempo tutto il procedimento amministrativo si era concluso con il rilascio dell`autorizzazione finale, ha proposto un ricorso per motivi aggiunti, deducendo tutta una serie di ulteriori censure: in particolare, lamentando che il progetto definitivo aveva stravolto completamente quello preliminare (in palese violazione sia dell`articolo 14 bis della legge 241/90 che dell`articolo 5 del Dpr 509/97 che regola l`iter specifico da seguire in relazione alla costruzione di un porto). Infatti, come anche il Corriere della Calabria ha scritto nel pezzo pubblicato lo scorso marzo «si passava da un`opera a moli convergenti, sporgente dalla riva 80 metri con capienza di 320 posti barca a un porto a bacino interno sporgente 200 metri e con capienza di 510 posti barca a rischio di insabbiamento ed erosione costiera».
Il Tar ha riconosciute valide le censure dell`associazione e con l`ordinanza n. 487/12 del 15 settembre ha sospeso il provvedimento impugnato rinviando all`udienza del 17 maggio 2013 per la trattazione nel merito.
A parere di Nardi, «il Comune di Scalea deve prendere in seria considerazione che l`iter amministrativo finora condotto non ha possibilità di salvezza, tanto sono gravi le illegittimità commesse. Non rimane altro che annullare l`intero procedimento e ripartire da capo avviando un iter all`insegna della democrazia. Pertanto – aggiunge il legale di Italia Nostra –, considerata l`importanza dell`opera, dovranno essere coinvolti i cittadini e i comitati per valutare sia la scelta dove ubicare il porto (quello attuale sembra improponibile, attese le problematiche legate al dissesto idrogeologico), che tutti gli altri aspetti legati ala forma e alla dimensione optando per una soluzione che salvaguardi la costa dall`erosione costiera».
Il caso Torre Talao (Corriere della Calabria n.40) 1
Il caso Torre Talao (Corriere della Calabria n.40) 2