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Sette si occupa dei dirigenti illegittimi della Regione

LAMEZIA TERME La vicenda dei dirigenti della Regione Calabria che restano al loro posto nonostante una sentenza della Corte costituzionale indichi che in quel ruolo non possono rimanere, approda sull…

Pubblicato il: 21/09/2012 – 12:44
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Sette si occupa dei dirigenti illegittimi della Regione

LAMEZIA TERME La vicenda dei dirigenti della Regione Calabria che restano al loro posto nonostante una sentenza della Corte costituzionale indichi che in quel ruolo non possono rimanere, approda sulle pagine di Sette, il magazine che esce ogni venerdì in allegato al Corriere della Sera. Nella sua rubrica “Cavalli di Razza”, l`editorialista Gian Antonio Stella riprende la vicenda di cui ci siamo occupati nelle scorse settimane. La storia investe la posizione di tre dirigenti comandati (arrivati, cioè, da altri enti pubblici) che sono stati stabilizzati per legge grazie alla Finanziaria regionale del 2010. Si tratta di Rosalia Marasco, Luigi Zinno e Giacomo Giovinazzo. Sulla posizione dei burocrati si era espressa la Consulta, bocciando la scelta della Regione e rispedendo al mittente il codicillo che li aveva inseriti nei ruoli. Da allora, però, i tre sono rimasti al loro posto. Unico “provvedimento” adottato: l`istituzione di un tavolo che decidesse il da farsi. Bene, a chi si è rivolta la giunta Scopelliti? Lo spiega l`ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi: a «un gruppo di super tecnici, assolutamente sganciati da ogni input politico: Franco Zoccali (funzionario della sede reggina della Scuola Superiore della pubblica amministrazione e ora direttore generale della Presidenza della Regione), Paolo Arilotta (avvocato e ora dirigente esterno dell’avvocatura regionale) e Umberto Nucara (segretario comunale ora direttore generale del personale della Regione)». La conclusione dei tre? «Hanno cambiato la Costituzione». Infatti, la decisione finale è quella di lasciare sulle poltrone Marasco, Zinno e Giovinazzo, che, «come argomentano i super tecnici “i dirigenti (illegittimamente trasferiti alla Regione, ndr) hanno continuato a ricoprire posti di responsabilità adottando importanti atti amministrativi” quindi vanno “conservati gli effetti delle deliberazioni” esecutive della norma improvvidamente dichiarata in contrasto con il dettato costituzionale dalla Corte».
Una situazione paradossale che ironicamente fa dire a Stella: «Quella legge vale per l`Italia: che c`entra la Calabria?».

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