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Reggio Calabria città sospesa

Una città impazzita, divisa tra Guelfi e Ghibellini. Reggio Calabria sta scoppiando. Si raccolgono firme per evitare che il Comune venga sciolto per mafia; si risponde con altre firme per chiedere di…

Pubblicato il: 09/10/2012 – 10:30
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Reggio Calabria città sospesa

Una città impazzita, divisa tra Guelfi e Ghibellini. Reggio Calabria sta scoppiando. Si raccolgono firme per evitare che il Comune venga sciolto per mafia; si risponde con altre firme per chiedere di tagliare i ponti con i collusi. La città guarda a Roma, al Viminale, alla ormai imminente decisione del governo sullo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. Proprio oggi, la “pratica” Reggio potrebbe essere discussa a Palazzo Chigi.
Il governatore Giuseppe Scopelliti, il sindaco che è stato il più amato della città, nei mesi scorsi ha evocato la Rivolta, i Moti di Reggio per mobilitare una città disperata, puntando il dito contro i suoi detrattori (giornalisti e opposizione). Sull`orlo della bancarotta (180 milioni di euro è il buco di bilancio comunale accertato dalla Procura) e di una disoccupazione intellettuale che sta portando di nuovo i giovani a emigrare. Con gli imprenditori che vantano crediti dal comune e che non sono più in grado di garantire gli impegni, senza essere pagati.
Una città ormai “conquistata” dal potere e dal denaro delle cosche della `ndrangheta, essendo la politica entrata in crisi. Non c`è un settore che non sia controllato da una `ndrina, da un mafioso.
Prendiamo per esempio le case popolari. I beneficiari sono poco meno di quattromila, di questi seicento sono deceduti, una cinquantina emigrati e soprattutto una settantina sono mafiosi. Non solo hanno avuto la casa ma non la pagano.
Reggio è una città che ha visto i suoi figli cadere per le guerre di mafia in ogni strada, vicolo, incrocio, piazza. L`ultima, mille morti, è finita nel 1991. E da allora, come l`Araba fenice, la brutta bestia si è ripresa, è cambiata, si è modernizzata.
Fa paura, la `ndrangheta che controlla tutto. Anche il mercato ortofrutticolo. Diversi concessionari di box del mercato hanno precedenti per mafia o sono risultati legati a famiglie mafiose. In una città dove tutti conoscono tutti, il Comune fa la politica dello struzzo. Non vede, anzi aiuta, rinunciando con una delibera addirittura a riscuotere il canone di locazione.
Ogni Comune che si rispetti ha la sua Avvocatura civica, legali in grado di fronteggiare tutti i processi in cui il Comune è coinvolto. Ma a Reggio, l`amministrazione si rivolge ad avvocati esterni, magari qualcuno (non tutti) è un parente di un assessore o di un mafioso.
E piene di mafiosi sono anche alcune cooperative e associazioni no profit, che hanno ottenuto dal Comune l`affidamento di alcuni servizi. Ma anche nel settore dei Lavori pubblici la `ndrangheta opera indisturbata. Palazzo San Giorgio ha rinunciato a sottoscrivere l`adesione alla Stazione unica appaltante provinciale. Con gli altri Comuni calabresi. Il risultato è che decine di imprese di mafia lavorano con il Comune.
Nel dicembre scorso è stato arrestato il consigliere comunale del Pdl Giuseppe Plutino. Era ancora il procuratore della città prima di approdare a Roma, Giuseppe Pignatone, e nella conferenza stampa disse chiaramente: «C`è la prova di un sostegno elettorale da parte della cosca Caridi al consigliere Plutino in occasione delle ultime elezioni amministrative».
Plutino è solo? Basta sfogliare le cronache giudiziarie sui quotidiani locali per ritrovare una decina tra assessori e consiglieri impelagati in inchiesta di mafia o per avere rapporti familiari con esponenti delle `ndrine. Diverse imprese a partecipazione pubblica e privata sono state accaparrate al 50% dalla `ndrangheta. E si aspettano nuove retate della magistratura.

* Articolo pubblicato dalla Stampa il 9/10/2012

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