L`EDITORIALE | Contano solo le carte
I fatti sono ostinati e le carte sono le carte. Nel “caso Reggio” i fatti erano ancora più ostinati del solito e le carte erano tante, univoche e chiare. Fin troppo chiare. È per questo che il Consig…

I fatti sono ostinati e le carte sono le carte. Nel “caso Reggio” i fatti erano ancora più ostinati del solito e le carte erano tante, univoche e chiare. Fin troppo chiare.
È per questo che il Consiglio dei ministri ha speso poco più di un’ora della sua riunione per decidere che il decreto di scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria andava, così come richiesto dal prefetto Vittorio Piscitelli e proposto dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, condiviso e firmato.
Ed è stata una decisione non solo rapida ma anche unanime. Lo ribadisce in conferenza stampa lo stesso ministro Cancellieri che pesa le parole, le usa con serenità ma non fa nulla per evitare che suonino chiare ed inequivocabili: «Abbiamo registrato numerosi e preoccupanti episodi di contiguità. La nostra è stata una scelta sofferta ma inevitabile perché doverosa». E quando un giornalista parla di “infiltrazioni” il ministro Cancellieri corregge: «No, si tratta di contiguità».
Il nervosismo, le chiamate alla piazza, le allusioni e le provocazioni, alla fine anche gli insulti, restano fuori. Hanno contato e contano i fatti e le carte.
«Il nostro è un atto di attenzione e di rispetto verso la città di Reggio – tiene ripetutamente a sottolineare Annamaria Cancellieri –. Il governo non poteva restare a guardare. Speriamo di fare in tempo per evitare altri danni alla popolazione reggina».
E spiega a cosa si riferisce: «Reggio è in una condizione di predissesto. Altre città lo sono ma la voragine reggina preoccupa anche perché solo parzialmente accertata da un`indagine della magistratura». E promette: «Il governo affiancherà la Commissione con un esposto finanziario che vedrà se ci sono le condizioni per evitare che si dichiari il dissesto e che si aggravino i conti che i cittadini di Reggio in tal caso verrebbero chiamati a pagare. Faremo per intero la nostra parte perché vogliamo dimostrare che è possibile ricostruire la legalità e che ricostruire la legalità è un bene per la comunità reggina».
Il timore è che ci sia dell’altro anche sul fronte del buco di bilancio. I 170 milioni che il consiglio comunale appena disciolto riconosce come deficit, sono solo quelli già accertati dalla magistratura ed oggetto di indagine penale, per questo non confutabili. Ma si teme che altri debiti fuori bilancio stiano per essere scoperti e farebbero raddoppiare il disastro finanziario consegnato dalle giunte Scopelliti e Arena alla città.
Fatti e carte. A questo occorre che tutti restino ancorati in queste ore, rispedendo al mittente ogni tentativo di intimidazione e, soprattutto, ogni provocazione.