PALAZZO INFETTO | L`Ance non ci sta: «Sbagliato mettere etichette»

REGGIO CALABRIA «Con riferimento alla relazione della Commissione di accesso al Comune di Reggio Calabria, pubblicata da alcuni organi d’informazione, l’Ance di Reggio Calabria osserva che alcune delle imprese citate nell’analisi sui fornitori dell’ente sono proprie associate. Tuttavia, in alcuni servizi giornalistici, si rilevano cospicui profili di inesattezza e parzialità, con risvolti anche in termini di lesione del diritto alla privacy e privi di rilevanza pubblica e notiziabilità». Lo comunica, in una nota, L`associazione nazionale costruttori edili di Reggio Calabria.
«Tali inesattezze e parzialità – si legge ancora – saranno chiarite a breve e, laddove reiterate, saranno oggetto di ricorso alla competente autorità giudiziaria. Al di là di queste specifiche doglianze, l’Ance rileva come sia assolutamente indispensabile ricostruire un clima costruttivo fondato sul principio di legalità e sul rispetto della legge». «La stragrande maggioranza delle imprese edili reggine – continua l`Ance – è composta da persone perbene che si guadagnano da vivere onestamente solo attraverso il loro lavoro. Questa associazione e le imprese che in essa sono riunite rifiutano l’etichetta della contiguità ai clan rappresentata nella generica definizione, ad alcuni ingiustamente attribuita, di aziende “in odor di mafia”».
«Abbiamo già chiesto un incontro al prefetto Piscitelli – dichiara il presidente dell’Ance Reggio Francesco Siclari -, e lo proporremo in tempi brevi ai commissari straordinari del Comune, per instaurare un rapporto di proficua collaborazione, nel rispetto delle istituzioni e della comunità reggina e con l’unica stella polare della legalità».