"Avvenire di Calabria" durissimo: «Reggio, niente sarà più come prima»
«Reggio, una pagina oscura. Niente sarà più come prima». È il titolo della riflessione che, alla notizia dello scioglimento del consiglio comunale della città dello Stretto, dedica il settimanale “Av…

«Reggio, una pagina oscura. Niente sarà più come prima». È il titolo della riflessione che, alla notizia dello scioglimento del consiglio comunale della città dello Stretto, dedica il settimanale “Avvenire di Calabria”, organo delle Diocesi di Reggio-Bova e Locri-Gerace.
Lo scioglimento «non per infiltrazioni, ma per contiguità con la mafia: il che è peggio», è messo nero su bianco nell`articolo, «segna una pagina estremamente amara. Un`autentica vergogna: è la prima volta, infatti, nella storia dall`unità d`Italia ad oggi che il consiglio comunale di una città capoluogo di provincia, venga sciolto per mafia». Quattro sono le annotazioni che il settimanale diocesano rivolge nel testo: in primo luogo «la città deve essere posta nelle condizioni della massima sicurezza, sia sotto il profilo sociale che dell`ordine pubblico»; e, quindi, «la città non può non conoscere le ragioni, le circostanze e le responsabilità che hanno prodotto questo provvedimento» così come «l`informazione da parte degli organi competenti dovrà essere completa, trasparente e univoca per tutti i cittadini». E ancora rivolgendosi agli organismi dello Stato e alla Regione Calabria, l`organo della curia metropolitana sottolinea che «Reggio avrà bisogno di “un di più” e non di “un di meno” e su questo non bastano le dichiarazioni anche se autorevoli ma urgono provvedimenti straordinari e fatti concreti». Infine: «Dal 10 ottobre in poi in questa città niente potrà essere come prima: si apre una fase nuova, più ardua per tutti». La sospensione delle sedi democratiche, prosegue, «porterà ad una sorta di “moratoria” nello scontro politico locale» e dovranno emergere «più chiaramente le volontà e i comportamenti di chiunque, dentro o fuori dalla politica, dentro o fuori dalle istituzioni, dentro i diversi ambiti sociali, laici e religiosi che siano. Nessuno può stare alla finestra, o piangersi addosso o aspettare».