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Comitato Pro Serre: chiudiamo l`Alaco

SERRA SAN BRUNO «Nonostante l’impianto dell’Alaco, gestito da Sorical Spa dal 2006, sia stato posto sotto sequestro da parte della Procura della Repubblica di Vibo ormai da diversi mesi, la situazi…

Pubblicato il: 17/10/2012 – 13:51
Comitato Pro Serre: chiudiamo l`Alaco

SERRA SAN BRUNO «Nonostante l’impianto dell’Alaco, gestito da Sorical Spa dal 2006, sia stato posto sotto sequestro da parte della Procura della Repubblica di Vibo ormai da diversi mesi, la situazione connessa al caso “acqua sporca” non è affatto cambiata». Questa la denuncia del Comitato civico Pro Serre che, in una nota, afferma che ci sarebbero tantissime segnalazioni da parte dei cittadini riforniti dall`Alaco che «tuttora ricevono nelle proprie case acqua maleodorante e dal colorito anomalo. Tra le ultime segnalazioni denunciate quelle provenienti dai cittadini residenti nel centralissimo corso Umberto I, a Serra San Bruno (a cui si riferisce la foto, ndr). Da qui la constatazione sollevata dagli attivisti del Comitato che «l’acqua che dall’Alaco arriva fino alle case di migliaia di calabresi, presenta le stesse identiche deficienze nonostante, appunto, al momento l’impianto sia stato affidato alla gestione di un custode giudiziario». Una situazione che registrerebbe, per gli attivisti, il silenzio delle istituzioni locali. «A parte il caso di Simbario – si legge ancora nella nota del Comitato –, dove da oltre un mese l’acqua è stata dichiarata non potabile con un’ordinanza comunale, continua il silenzio degli altri sindaci, rimasti indifferenti al problema anche dopo aver ricevuto nel maggio scorso l’ordinanza di sequestro dell’impianto Alaco. I sindaci di Serra, Bruno Rosi e di Vibo, Nicola D’Agostino, hanno provveduto a rendere pubbliche le analisi di alcuni campioni d’acqua prelevati nei rispettivi comuni ma in realtà si tratta di analisi fuorvianti, che prendono in considerazione solo una decina di valori e non tutti i parametri (quasi 70, fra cui quelli utili a riscontrare la presenza di metalli pesanti o di altri elementi cancerogeni) previste dal procedimento di verifica del decreto legislativo 31/2001». Una situazione che ha spinto il Comitato e il coordinamento calabrese acqua pubblica “Bruno Arcuri”, ad organizzare per sabato 20 ottobre dalle ore 10.30 un sit-in di protesta proprio davanti ai cancelli della diga Alaco. «Nel corso della manifestazione – annunciano –, che vedrà la partecipazione di Corrado Oddi (coordinamento nazionale “Forum italiano movimento dell’acqua”) chiederemo di interrompere il pagamento delle bollette inviate ai cittadini, che da anni pagano per avere acqua potabile e di progettare subito l’alternativa al “sistema Alaco”, recuperando le sorgenti e i pozzi comunali presenti sul territorio e predisponendo un piano alternativo di ripubblicizzazione totale delle risorse idriche». Ma anche di «accogliere la proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell’acqua» e infine «di chiudere definitivamente l`impianto dell`Alaco».

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