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Vibo Valentia, Comune e Provincia vogliono l`Area di crisi

VIBO VALENTIA Un inedito impegno a istituire la “area di crisi complessa”. È quanto chiedono alla giunta regionale i consigli provinciale e comunale di Vibo Valentia, che si sono riuniti in seduta …

Pubblicato il: 20/10/2012 – 11:33
Vibo Valentia, Comune e Provincia vogliono l`Area di crisi

VIBO VALENTIA Un inedito impegno a istituire la “area di crisi complessa”. È quanto chiedono alla giunta regionale i consigli provinciale e comunale di Vibo Valentia, che si sono riuniti in seduta congiunta e aperta.
L’iniziativa è scaturita dall’invito del prefetto Michele Di Bari, che recentemente aveva sollecitato le due assemblee consiliari affinché adottassero un documento comune sulla questione.
Alla riunione nella sala della Provincia hanno partecipato anche il senatore Pdl Francesco Bevilacqua e l’ex sottosegretario Antonino Murmura, oltre ad alcuni sindaci e ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Assenti, invece, i consiglieri regionali vibonesi. Una partecipazione tiepida, stigmatizzata in apertura dei lavori dal presidente del consiglio provinciale, Giuseppe Barilaro.
Nel documento approvato all’unanimità i due consessi danno mandato al presidente della giunta regionale per chiedere (la decisione finale spetta infatti al governo)  «l’istituzione di area di crisi complessa con riferimento al territorio vibonese, così come prevista dal decreto sviluppo (legge di conversione n.134 del 7 agosto 2012)».
Nella delibera, inoltre, si spiega che «il riconoscimento ufficiale di area di crisi consentirebbe di portare direttamente all’attenzione del governo nazionale  le stringenti problematiche locali, attivando le procedure per la definizione di un piano di promozione industriale che, sempre secondo quanto previsto dalla disciplina in vigore, possa promuovere investimenti produttivi anche a carattere innovativo, la riqualificazione del territorio, la formazione del capitale umano, la riconversione delle aree industriali dismesse, il recupero ambientale, l`efficientamento energetico e la realizzazione di infrastrutture strettamente funzionali agli interventi previsti».
Ad aprire la discussione è stato il presidente della provincia, Francesco De Nisi, che ha rimarcato il prezioso contributo offerto dal prefetto Di Bari. De Nisi ha poi sottolineato quella che ha definito una disparità di trattamento riservata al territorio vibonese da parte della Regione, «che ha sostenuto senza riserve l’istituzione dell’area di crisi per Gioia Tauro e Crotone, ignorando Vibo Valentia, nonostante fossero evidenti, purtroppo, tutti i presupposti affinché anche il nostro territorio rientri in un’azione mirata di rilancio da parte del governo».
Il presidente ha richiamato le principali criticità, soffermandosi sulla crisi industriale cominciata con la chiusura dell’industria Nostromo e culminata nel recente ridimensionamento dello stabilimento Italcementi.
È stata poi la volta del sindaco Nicola D’Agostino, che ha ricordato come l’idea di sollecitare l’istituzione dell’area di crisi sia scaturita da una recente riunione tenutasi al ministero dello Sviluppo economico alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il senatore Bevilacqua e la vice presidente della giunta regionale Antonella Stasi.
D’Agostino ha poi rimarcato l’impegno del consiglio comunale, ricordando che già nel 2007 l’amministrazione approvò la proposta di istituire la cosiddetta “zona franca urbana”.
Il consigliere Sergio Rizzo ha poi sottolineato il ruolo cruciale dell’area industriale di Maierato nelle dinamiche economiche dell’intera provincia, sollecitando l’inserimento nel documento finale di un riferimento specifico. Barbara Citton, invece, ha sottolineato l’importanza dell’assemblea congiunta. Dal canto suo, Murmura si è speso in una lunga e dotta arringa a difesa dei confini provinciali, ricordando a tutti che «la premessa ineludibile per lo sviluppo del territorio è la lotta senza quartiere alla criminalità organizzata».
Infine, dopo l’intervento del segretario provinciale della Cgil, Luigi De Nardo, che ha stigmatizzato l’assenza delle imprese alla riunione, si è passati alla votazione finale che ha fatto registrare l’unanimità.

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