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Al Macro le “Mutazioni” di Adriano Fida

Venerdì 26 ottobre al Macro-La Pelanda, all’interno dell’ex Mattatoio a Testaccio, l’artista rosarnese Adriano Fida inaugurerà la mostra personale “Mutazioni”, con opere inedite che rievocano raccont…

Pubblicato il: 23/10/2012 – 11:58
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Al Macro le “Mutazioni” di Adriano Fida

Venerdì 26 ottobre al Macro-La Pelanda, all’interno dell’ex Mattatoio a Testaccio, l’artista rosarnese Adriano Fida inaugurerà la mostra personale “Mutazioni”, con opere inedite che rievocano racconti e divinità dell’antica Grecia con un linguaggio contemporaneo. La mostra, visitabile fino a domenica 28, è organizzata dallo staff di Affordable Art Fair, la Galleria d’Arte di riferimento  è la “Collezionando Gallery” di Roma, curatori Ada Egidio e Gianmarco Volpi.
Adriano Fida si è formato all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, maturando una personale ricerca artistica che è nata attraverso lo studio dei grandi maestri del passato. L’artista Fida ha affinato la sua cifra stilistica compiendo degli studi sulla tecnica dell’affresco sotto la  guida del maestro Silvano Gilardi alias Abacuc, e dopo vari approfondimenti sulla materia è stato giudicato e scelto per la realizzazione del nuovo affresco all’interno del Macam-Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione (To), che ospita 156 opere di 139 artisti italiani e stranieri. Dal 2006 l’artista è rappresentato dalla Galleria d’Arte “Collezionando Gallery” di Roma, inaugurata nel 2004 con l’obiettivo di valorizzare artisti emergenti del panorama internazionale nell’ambito di diverse forme di espressione artistica.
Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, «per questo ulteriore e importante traguardo raggiunto da Adriano Fida, giovane di indiscusso talento artistico che con le sue opere porta alto il nome di Rosarno e della Calabria».    
Com`è nata l`idea di dedicarsi al tema delle `Mutazioni”, che ha una notevole pregnanza di senso nel campo dell`arte e non solo? Qual è la cifra stilistica che emerge da questi dipinti?
«L’idea di mutazione vive dentro di noi in qualsiasi momento e in ogni essere, materiale o temporale,  visiva o psichica, formale o informale. Io stesso avverto uno stimolo di mutazione che si ripresenta ogni volta che effettuo un cambiamento , è la crescita è l’evoluzione è il ciclo della vita. La mia pittura, riferendomi a quella attuale, ha subìto questa necessità evolutiva con un percorso inverso, cioè il ritorno ai classici con simboli e alchimie rivisitate, dalle figure ai materiali pittorici. Rievocare alcune divinità e racconti dell’antica grecia ed adoperarle in un contesto contemporaneo non è cosa da poco perché potrebbe risultare banale e scontato ma,  quando misceli l’idea di “formato A4” (la mia precedente personale) che ha avuto gran successo, con la predisposizione che ho verso i classici in un linguaggio contemporaneo esce fuori un’idea interessante».
C`è un messaggio sotteso al lavoro della pittura? O concepisce queste tele come “opere aperte” (secondo la lezione del postmodernismo)?
«Intendendo “opere aperte” come poco fruibili sul mercato perché riguardano significati accessibili solo dall’autore quindi ritenute di nicchia e poco commerciabili (tradotto così da Umberto Eco nella letteratura), oppure suscettibili e di illimitate interpretazioni (come si usa nella lettura dell’immagine), mi sento più vicino all’interpretazione di Eco: la mia pittura è quasi sempre autobiografica e racconta emozioni e sentimenti vissuti nel quotidiano per poi subire una rielaborazione immaginaria o “Mutazione” che con prepotenza si trasporta nella tela, i miei dipinti rientrano così tra le opere di nicchia. Mentre le illimitate interpretazioni è normale che si sentano nelle mostre aperte al pubblico, ognuno di noi è interprete delle opere altrui e questo mi diverte».
Il tema delle “Mutazioni” può essere una chiave di lettura del mondo contemporaneo?
«Di sicuro. Basta notare la mutazione che ha subìto la terra grazie” all’intelligenza” dell’uomo. Tutto è mutato e tutto è mutabile».
La pittura indaga la realtà o la subisce?
«Secondo me entrambi. L’artista ha il compito di indagare la realtà per avere la conoscenza e usarla come forma o fonte di ispirazione per poi rimanere succubi della realtà».
Ci sono altri progetti e temi ai quali sta dedicando la sua riflessione e produzione artistica?
«I progetti ci sono ma in fase di elaborazione, questo nuovo periodo artistico è appena iniziato e dovrò lavorare molto prima di affrontare un prossimo cambiamento. Di sicuro in futuro muteranno molte impostazioni figurative e concettuali nei miei dipinti estendendo l’orizzonte nei confronti degli attuali studi, sarà il tempo a dirlo l’importante è raggiungere degli obbiettivi per schiuderne nuovi».

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