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Meta, Moio: «I De Stefano presero impegni con un politico»

REGGIO CALABRIA Le amministrative 2007? «La famiglia De Stefano si dedicava a un politico in particolare». Il pentito Roberto Moio non ha dubbi sull’impegno che la potente cosca reggina profuse a fav…

Pubblicato il: 26/10/2012 – 17:46
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Meta, Moio: «I De Stefano presero impegni con un politico»

REGGIO CALABRIA Le amministrative 2007? «La famiglia De Stefano si dedicava a un politico in particolare». Il pentito Roberto Moio non ha dubbi sull’impegno che la potente cosca reggina profuse a favore di un candidato al Comune di Reggio, durante la campagna elettorale che vedrà la vittoria dell’ex sindaco ed attuale governatore Peppe Scopelliti. Di più: l’ex killer della cosca Tegano era presente durante un colloquio intercorso tra questo politico – di cui non specifica il nome – e Dimitri De Stefano, fratello di Peppe, uno dei principali imputati di “Meta”, il processo che vede alla sbarra i più importanti membri dei clan di Reggio Calabria.
Sollecitato dalle domande del sostituto procuratore Giuseppe Lombardo, Moio ha parlato di uno specifico interesse della famiglia De Stefano verso la politica cittadina. In particolare, il collaboratore di giustizia ha ricordato come anche Franco Chirico, cognato del defunto boss Paolo, «andava da questo politico», senza disdegnare anche la frequentazione di altri uffici comunali e del «palazzo della Regione».
Secondo la ricostruzione di Moio, Peppe De Stefano non ha mai avuto rapporti diretti con la politica, preferendo delegare i suoi più stretti congiunti.
È proprio il boss catturato nel 2008 ad aver contribuito in modo sostanziale alla nascita della nuova mafia reggina: «Una ‘ndrangheta moderna, più politica, alla Peppe De Stefano», per usare le parole del pentito, un tempo “picciotto” della cosca Tegano. Il figlio di “don Paolino” era uno che ci sapeva fare, un dandy della malavita. «Peppe De Stefano era un tipo alla moda. Frequentava locali, vestiva bene. E riusciva a raccogliere intorno a sé persone pulite della “Reggio bene”», ha raccontato il collaboratore di giustizia.
Il giovane boss di Archi era riuscito a instaurare buoni e proficui rapporti con tutti, a Reggio Calabria. «Aveva un sacco di amici: medici, appaltatori, imprenditori, professionisti, figli di politici e politici stessi». È da questo momento – secondo Moio – che «la ‘ndrangheta inizia a conoscere i palazzi del Comune, che un domani sarebbero serviti per il business». La trasformazione vera e propria della mafia reggina ha una genesi precisa, che risale al periodo immediatamente successivo alla fine della seconda guerra di mafia, durata dal 1985 al 1991.
Ma il nuovo corso non riguarda solo la cosca De Stefano. La stessa idea di ‘ndrangheta verrà infatti condivisa anche dalle nuove leve della criminalità organizzata, a partire da «Paolo Rosario Caponera, Paolo Schimizzi, Mario Audino e Mimmo Condello detto “Gingomma”». Sono i volti della nuova stagione criminale, quella in cui fa il suo esordio la mafia «camuffabile», che non dà troppo valore alle vecchie cariche e agli antichi “gradi” criminali, ma pensa più agli affari, meglio ancora se “puliti” e condotti a braccetto con la politica.
Moio non sa dire se l’appoggio elettorale di tutte le famiglie reggine fosse rivolto a un unico politico o a una coalizione precisa. Ricorda bene però come la sua cosca di riferimento, i Tegano, supportasse «un candidato in particolare». Ma, ancora una volta, il pentito non ha fatto nomi.

MOIO E FIUME
Nelle scorse udienze del processo “Meta”, un altro pentito aveva  parlato dei rapporti perversi tra mafia e politica: Nino Fiume. Moio conosceva bene l’ex sicario dei De Stefano, collaboratore di giustizia dal 2002. Il pm Lombardo ha allora cercato di ricostruire il clima che si respirava nelle cosche di Archi, all’indomani della scelta di Fiume di saltare il fosso e di pentirsi. «Si diceva che fosse stato minacciato, che Peppe De Stefano voleva ucciderlo – ha riferito Moio –. Quando si seppe della sua collaborazione ci fu preoccupazione anche in casa Tegano». Perché? «Lui sapeva un sacco di cose di tutti, ed è uno che racconta sempre la verità».  
Il processo “Meta” riprenderà il prossimo 9 novembre. Il pm Lombardo ha già annunciato l’intenzione di chiamare a deporre il collaboratore di giustizia Consolato Villani.

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