Dallo sport ai profughi Emergenza su emergenza
Salve direttore, le scrivo perché indignata per quanto accade in questa città, che chiamano “città metropolitana”. Stamattina ho letto che in nottata sono arrivati 120 profughi afgani e che come situ…

Salve direttore, le scrivo perché indignata per quanto accade in questa città, che chiamano “città metropolitana”.
Stamattina ho letto che in nottata sono arrivati 120 profughi afgani e che come situazione d`emergenza li hanno sistemati allo “Scatolone”.
Essendo dirigente di un`asociazione sportiva che usa questo impianto, esterrefatta ma non meravigliata perché in questa città accade di tutto, mi domando e dico: quest`anno abbiamo il Palasport di Pentimele chiuso per i fatti accaduti lo scorso marzo, nelle città dove è accaduta la stessa cosa l`impianto è stato dissequestrato dopo due mesi, a Reggio Calabria sono trascorsi 8 mesi e ancora non è stato dissequestrato nulla. Pertanto è emergenza per moltissime società sportive (basket, pallavolo, pallamano, calcetto) costrette, vista la scarsità degli impianti (3 quelli disponibili) a litigare tra di noi, per l`assegnazione delle ore. Con enormi disagi e difficoltà per orari impossibili, impianti senza acqua calda e con pioggia che cade dentro spesso allagando l`impianto, cercavamo di sopravvivere.
Stamattina vengo a sapere che sono arrivati 120 profughi (con tutto il rispetto per questa povera gente) ma giusto nell`impianto “scatolone” dovevano sistemarli? Emergenza sopra emergenza? Non c`erano altri posti dove mandarli, ad esempio la vecchia fiera a Pentimele? La palestra di Arghilla mai aperta e oggi in mano a chiunque voglia entrare? La Protezione civile non ha delle strutture adatte a queste «emergenze»?
Chi si occuperà in seguito della disinfestazione dell`impianto, che viene usato da bambini, ragazzi e adulti?
Come al solito saremo noi società a farci carico di pulire e disinfettare la struttura, visto che quello che fanno gli altri non ci soddisfa! Sempre a spese nostre, visto che il Comune ormai da tempo non ci riconosce nulla perché «non ha i soldi».
Alcune volte mi chiedo: in che città viviamo? La classe dirigente si preoccupa solo del problema del momento, e disconosce i problemi dell`intera città, non importa niente a nessuno di noi società che togliamo i ragazzi dalla strada e facciamo sport con i soldi di tasca nostra, però poi sono tutti pronti a vantarsi della “città metropolitana”, tutti pronti a mettersi in evidenza in conferenza stampa. Questa è Reggio Calabria, altro che “città metropolitana”.
* dirigente Ass. dil. basket Nuova Jolly
Reggio Calabria