Danno erariale all`Asp di Catanzaro, il dg Mancuso segnalato alla Corte dei conti
L`attuale direttore generale dell`Asp di Catanzaro Gerardo Mancuso e il direttore del dipartimento amministrativo Ferdinando Cosco sarebbero i responsabili del danno erariale da oltre 7 milioni di eu…

L`attuale direttore generale dell`Asp di Catanzaro Gerardo Mancuso e il direttore del dipartimento amministrativo Ferdinando Cosco sarebbero i responsabili del danno erariale da oltre 7 milioni di euro individuato dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catanzaro. I nomi dei due dirigenti dell`Azienda sanitaria sono stati segnalati, al termine di una complessa attività investigativa, alla procura regionale della Corte dei conti.?Nello specifico, il danno erariale accertato dai finanzieri, nell’ambito dell’operazione denominata “Pluvia”, è stato cagionato dalle illecite modalità con cui l’Asp di Catanzaro, dal 2008 al 2010, ha attribuito al personale dipendente cospicue indennità in denaro a titolo di “premi di produzione”. In proposito, è necessario premettere che una dettagliata normativa lega indissolubilmente le attribuzioni delle premialità in considerazione al “merito” di aver conseguito effettivamente predeterminati obiettivi istituzionali, sia in termini di qualità, che quantità delle prestazioni sanitarie effettuate. Mancuso è ritenuto responsabile per aver firmato le deliberazioni con cui sono state liquidate le indennità di produttività al personale, Cosco era invece il responsabile dei procedimenti. I due, secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, avrebbero effettuato illegittime ripartizioni “a pioggia” delle indennità di produzione, le quali, quindi, sono state distribuite a tutto il personale, senza alcun concreto riferimento ai “meriti” dei singoli dipendenti. ?Approfondendo alcune delle irregolarità riscontrate dalla finanza, è stato accertato che, dal 2008 al 2010, l’organismo – obbligatorio per legge – che sarebbe dovuto essere preposto alla verifica dell’effettivo conseguimento degli obiettivi (consistente nel “nucleo aziendale valutazione strategica”) non è stato istituito. Inoltre, per le annualità 2008 e 2010, non si era provveduto neppure a preindividuare gli obiettivi da conseguire, violando, anche in questo caso, normative inderogabili. In tale contesto, del tutto singolare è stata la constatazione che, nelle annualità antecedenti al 2008, dette normative, concernenti le indennità in argomento, erano state correttamente applicate e che nel 2008, in conseguenza della “fusione” di precedenti aziende sanitarie locali – finalizzata a rendere teoricamente più efficiente l’attività di gestione – sia iniziata l’illegittima ripartizione “a pioggia” delle premialità per il personale.?Ma ancora più singolare è stata l’ulteriore constatazione che, proprio nel periodo in cui la guardia di finanza effettuava le prime acquisizioni documentali palesi (disvelando inevitabilmente gli obiettivi delle indagini), le indennità riferite al 2010 – ancora in corso di distribuzione nel 2012 e basate sulle stesse procedure errate degli anni 2008 e 2009 – sono state immediatamente rettificate dalla stessa Asp, con diversi provvedimenti correttivi e di revoca dei benefici già accordati.?Gli accertamenti esperiti hanno comunque permesso di accertare, per il 2008 e il 2009, un danno all’erario ammontante complessivamente a 7.120.842,57 euro, corrispondente alle indennità di retribuzione di risultato e di produttività erogate dall’Asp di Catanzaro. Le condotte di Mancuso e Cosco sarebbero «connotate da gravi negligenze e colpose omissioni di doverosi adempimenti».?La loro posizione, segnalata in una dettagliata informativa già depositata presso l’autorità contabile, è dunque al vaglio del procuratore regionale della Corte dei conti per la Calabria, Cristina Astraldi.