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Sanità calabrese commissariata fino al 2015

CATANZARO Il commissariamento della sanità calabrese non terminerà prima del 2015. È quanto ha deciso ieri il “tavolo Massicci” al termine della periodica riunione sulla verifica dell`attuazione del…

Pubblicato il: 08/11/2012 – 18:00
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Sanità calabrese commissariata fino al 2015

CATANZARO Il commissariamento della sanità calabrese non terminerà prima del 2015. È quanto ha deciso ieri il “tavolo Massicci” al termine della periodica riunione sulla verifica dell`attuazione del Piano di rientro. Le conseguenze di questa decisione sono importanti: innanzitutto l’azione commissariale nega ai precari della sanità, circa 1.200 persone in tutta la Calabria, l’assunzione e qualsiasi sbocco diverso da altalenanti rinnovi. E poi, aspetto non secondario, spoglia di ogni potere decisionale il commissario Peppe Scopelliti e i due sub-commissari Luigi D`Elia e Vincenzo Pezzi. I tre dovranno rispondere con cadenza trimestrale del proprio operato al ministro della Sanità, delle Finanze, ai tecnici del tavolo presieduto dall’ispettore capo dell’Igespes Francesco Massicci, e dunque al governo.
Nonostante ciò, al termine della riunione romana, «la struttura commmissariale – si legge in una nota dell`ufficio stampa della giunta regionale – ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti che consentono, da una parte, un possibile alleggerimento della fiscalità a carico dei cittadini e dall’altra una diversa destinazione di una parte di tali entrate (che oggi coprono il disavanzo sanitario per circa 115 milioni) ad altri investimenti, tra cui occupazione  giovanile, lavori pubblici, servizi sociali. Per ciò che concerne il riassetto delle reti assistenziali è stata rilevata una certa disomogeneità a livello regionale nell’attuazione dei decreti commissariali che ha rallentato l’attuazione della nuova organizzazione configurata dal decreto 18/2010».
«Per il 2012 – sempre secondo quanto sostengono da Palazzo Alemanni – si prospetta un disavanzo di circa 85 milioni di euro, rispetto ai 254 milioni del 2009, ai 219 del 2010 ed ai 110 milioni di euro di disavanzo del 2011. A tutto questo bisogna inoltre tener conto della diminuzione di assegnazione di fondo sanitario di circa 30 milioni.  Questo risultato è frutto delle intense azioni effettuate nel triennio del piano e soprattutto della intensificazione del lavoro nell’ultimo biennio».
Ciò non basta per evitare che l`attacco delle opposizioni. Tra i primi a parlare c`è Carlo Guccione, consigliere regionale del Pd: « Nei prossimi giorni, quando il verbale della riunione del Tavolo Massicci svoltasi ieri a Roma sarà definitivamente redatto e reso pubblico, leggeremo con molta attenzione tutti gli aspetti affrontati nel corso della discussione che ha riguardato il Piano di Rientro dal debito sanitario della Regione Calabria.  La decisione, però, di prorogare il Piano di Rientro in scadenza il 31 dicembre 2012 per altri tre anni con una motivazione che coincide perfettamente, guarda caso, con le nostre denunce fatte nelle scorse settimane e che si possono facilmente riscontrare nei documenti e negli articoli puntualmente pubblicati sulla stampa, è la conferma più evidente del totale fallimento del presidente/commissario Scopelliti».
«Chi ha clamorosamente fallito – incalza Guccione – deve essere rimosso. Nella nostra regione, per come sostenuto anche dal ministro alla Salute, attualmente non vengono garantiti nemmeno i Lea (Livelli essenziali di assistenza), in alcuni territori come quelli dello Jonio cosentino è stata effettuata una vera e propria “desertificazione” sanitaria, la gestione del Piano è stata attuata con una visione miope e ragionieristica senza che mai nessuno si sia posto i problemi di come garantire e potenziare i servizi sanitari fondamentali per garantire il sacrosanto diritto all’assistenza, alla salute e alla cura dei nostri concittadini».
E di «fallimento» parla pure il capogruppo dei democrat in consiglio regionale, Sandro Principe. Che attacca a testa bassa: «Il fallimento dell’attuazione del Piano di rientro, considerata, tra l’altro, la tenacia con cui si è perseguito ed ottenuto l’istituto del commissariamento, è da ascrivere esclusivamente al presidente-commissario Scopelliti. Non esiste alcun dubbio in merito. Il consiglio regionale della Calabria e le commissioni  competenti sono stati completamente espropriati da qualsiasi ruolo; anche in questa delicatissima azione di governo, si è perseguita la strategia dell’uomo solo al comando, cancellando qualsiasi forma  di concertazione istituzionale e sociale, sostenendo con cocciutaggine  che bisognava “ decidere ed andare avanti”, senza l’intralcio del confronto istituzionale, ritenuto  un inutile “rito”».
A difendere l`operato di Scopelliti e dei due sub-commissari c`è il pidiellino Salvatore Pacenza: «Nonostante la demagogia e il populismo di chi ancora tenta di gettare fango sull’ottima azione gestionale messa in campo dal regime commissariale, la Calabria continua ad attestarsi in campo nazionale come esempio di razionalizzazione e riorganizzazione della Sanità. Per fortuna c’è la certezza dei numeri a restituire ai cittadini i responsi reali di questa azione necessaria e coraggiosa per la Calabria»

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