Caso Gallico, la condanna dell`Ordine degli avvocati
PALMI «Ferma condanna per l`aggressione subita dal pm Giovanni Musarò e da due agenti della polizia penitenziaria del carcere di Viterbo da parte di una persona indagata che stava per essere sottopos…

PALMI «Ferma condanna per l`aggressione subita dal pm Giovanni Musarò e da due agenti della polizia penitenziaria del carcere di Viterbo da parte di una persona indagata che stava per essere sottoposta, su sua richiesta, ad interrogatorio» viene espressa, in un documento, dal consiglio dell`Ordine degli avvocati di Palmi. L`organismo di categoria non fa il nome dell`aggressore, il boss ergastolano Demenico Gallico. «L`episodio – si aggiunge – riveste carattere di notevole gravità in quanto, oltre al chiaro disvalore dell`atto in sé, costituisce inaccettabile offesa alle istituzioni dello Stato. Il processo penale esige l`assoluto reciproco rispetto dei ruoli e delle funzioni e, pertanto, l`attività di difesa di chi è sottoposto ad indagine o giudizio deve svolgersi sì libera ed incondizionata, ma nel rigoroso ambito delle regole poste dall`ordinamento giuridico, rimanendo aberrante che la stessa possa scadere nel compimento di atti inconsulti e riprovevoli». Nel documento il Consiglio dell`Ordine degli avvocati sottolinea «l`alto grado di civiltà giuridica e la serenità che caratterizzano il distretto giudiziario di Palmi ed il mutuo riguardo, pur nella diversità dei ruoli, che si avverte tra gli operatori del diritto, accomunati dall`unico intento di fare giustizia in piena ortodossia e rispetto delle regole, che non verranno sicuramente scalfiti – si aggiunge – da quello che sarà destinato a rimanere un deprecabile ed isolato episodio di violenza». «Quanto accaduto – conclude il documento – non potrà intaccare o turbare minimamente le libere coscienze di quanti quotidianamente svolgono, nella sede giudiziaria di Palmi, il loro ruolo nell`ambito dei processi». Va aggiunto che immediatamente dopo l`aggressione, il legale di Gallico, l`avvocato Guido Contestabile, aveva rassegnato il mandato.