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Estorsione, rinviati a giudizio Citrigno e Aquino

PAOLA Si celebrerà il prossimo 3 luglio davanti al collegio del Tribunale di Paola il processo a Piero Citrigno e Fausto Aquino. Ieri il giudice dell`udienza preliminare, Nicoletta Campanaro ha, infa…

Pubblicato il: 17/11/2012 – 12:05
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Estorsione, rinviati a giudizio Citrigno e Aquino

PAOLA Si celebrerà il prossimo 3 luglio davanti al collegio del Tribunale di Paola il processo a Piero Citrigno e Fausto Aquino. Ieri il giudice dell`udienza preliminare, Nicoletta Campanaro ha, infatti, rinviato a giudizio i due imprenditori cosentini che dovranno rispondere di estorsione ai danni di Angelo Marani, titolare dell`ex Emiliana Tessile di Cetraro. Secondo l`accusa sostenuta dal pm, Roberta Carotenuto – che lo scorso 27 settembre aveva appunto sollecitato il rinvio a giudizio – i due in concorso con Franco Mazza, sindacalista della Cgil, avrebbero costretto Marani a svendere lo stabilimento tessile.
Una tesi accusatoria accolta in pieno dal giudice dell`udienza preliminare. Infatti oltre al rinvio al giudizio per Citrigno e Aquino, il gup – così come richiesto dal pm – ha condannato Franco Mazza – che aveva scelto il rito abbreviato – a cinque anni di reclusione, all`interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre al pagamento di 15mila euro a favore di Benedetto Andreoli, lavoratore dell`ex stabilimento tessile cetrarese che si era costituito parte civile.

LA VICENDA
In particolare, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i tre avrebbero costretto Marani a cedere al prezzo di 850mila euro «notevolmente inferiore al reale valore del bene» l`azienda tessile cetrarese. Un valore che gli inquirenti quantificano «in circa 20 milioni». Secondo la tesi accusatoria del sostituto procuratore Roberta Carotenuto, emerge che Citrigno e Aquino, in concorso con Mazza, avrebbero messo in atto una serie di condotte lesive nei confronti dell`imprenditore emiliano per «procurarsi l`ingiusto profitto della differenza tra il prezzo di acquisto e il valore del bene». Dalle carte dell`inchiesta – portata avanti dalla Procura di Paola – emerge infatti che Mazza, «nella sua qualità di rappresentante dell`organizzazione sindacale di categoria», avrebbe minacciato «ritorsioni sindacali se Marani non avesse assunto immediatamente altri venti operai». Inoltre in un`altra occasione Citrigno e Mazza – specificatamente a Correggio e Bologna, nel corso delle riunioni per la cessione dell`azienda – avrebbero paventato «ulteriori danni a Marani se non avesse tolto il disturbo». In quell`incontro l`editore cosentino avrebbe imposto «la vendita al prezzo da lui unilateralmente stabilito» e, secondo l`accusa, sentenziato: «Il prezzo è quello di ottocentocinquantamila euro non trattabili e ringraziami di averti creato una via d`uscita dalla Calabria e se non ti va bene, ti deve andare bene lo stesso». Per l`accusa, inoltre, la cessione sarebbe avvenuta «sul falso presupposto che la Vela Latina (azienda degli imprenditori Aquino e Citrigno, ndr) avrebbe riconvertito l`impianto industriale» nonché garantito i livelli occupazionali.
Dunque una nuova rogna giudiziaria per Citrigno che si trova già a scontare una condanna in via definitiva a quattro anni e otto mesi per usura. L`imprenditore, infatti, è sottoposto – per problemi di salute riscontrati dai medici – al regime di detenzione domiciliare a seguito dell`inchiesta denominata “Twister”.

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