Non si indaga sulla Sorical
REGGIO CALABRIA Non ci sarà nessuna commissione d’inchiesta sulla Sorical. Il consiglio regionale ha infatti bocciato la proposta di un organismo d’indagine sulla società che si occupa delle risorse…

REGGIO CALABRIA Non ci sarà nessuna commissione d’inchiesta sulla Sorical. Il consiglio regionale ha infatti bocciato la proposta di un organismo d’indagine sulla società che si occupa delle risorse idriche calabresi. Sorical, è utile ricordarlo, è un ente a capitale misto (53% in mano alla Regione, il resto al socio privato, Veolia) attualmente in liquidazione. Sono stati il governatore prima, e l’assessore Gentile poi, a chiudere le porte all’iniziativa avanzata dal centrosinistra. «Un organismo di questo tipo potrebbe sminuire il lavoro che attualmente stanno facendo i commissari liquidatori, che servono proprio a capire quello che è successo negli ultimi nove anni in questa società», ha detto Scopelliti.
Poi, secondo un canovaccio ormai consolidato, il presidente della Regione ha cercato di inchiodare la minoranza alle sue colpe. Scopelliti crede infatti che il peccato originale sia da rintracciare nella scarsa capacità di controllo da parte dell’amministrazione Loiero. «Nessuno si è mai preoccupato di intervenire sui carrozzoni regionali, e Sorical è uno di questi: una struttura ingolfata anche per via di assunzioni sproporzionate rispetto al bisogno», ha aggiunto Scopelliti. Che sottolinea anche i mancati investimenti di Veolia sugli acquedotti, in violazione degli accordi relativi al periodo 2005-2009. «Solo 62 milioni rispetto ai 95 che dovevano essere messi in campo: chi ha contestato a Sorical il venir meno degli impegni assunti con la Regione?», si è chiesto in modo polemico Scopelliti.
Il presidente della giunta stuzzica Agazio Loiero, suo predecessore a Palazzo Alemanni: «Ha inaugurato il Menta (la diga, ndr) non sapendo che mancavano altri 13 milioni per la sua ultimazione. Sorical doveva mettere la propria parte, ma ha deciso di spendere diversamente quei soldi. Chi controllava?».
Se il passato è all’insegna dell’incertezza, la gestione futura del ciclo delle acque è sgombra da operazioni clientelari o poco chiare – assicura il governatore -, perché «non abbiamo impegni con nessuno, a differenza di altri che si sono venduti la Regione, prima a Veolia e poi ad altre multinazionali. Vogliamo solo che questa nuova società sia in grado di rispondere ai cittadini».
Chiamato in causa dalle parole di Scopelliti, Loiero non si tira indietro e rilancia su dipendenti e diga del Menta: «Non ho mai assunto nessuno in Sorical, sfido chiunque ad affermare il contrario», ha puntualizzato l’ex governatore, che ha fatto presente come lo statuto di Sorical sia talmente complesso da non consentire alla Regione margini agevoli di intervento. Lo dimostra, secondo Loiero, il fatto che neanche Scopelliti, arrivato ormai a metà legislatura, «sia riuscito a risolvere il problema del Menta».
Maiolo Maiolo (Pd), uno dei principali sostenitori della necessità di istituire una commissione d’inchiesta, incassa il colpo, non senza biasimare la scelta della maggioranza di archiviare il provvedimento. «Non volevamo fare i poliziotti, questo organismo serviva per capire come stanno davvero le cose, per poi arrivare a una proposta di intervento, che avrebbe anche potuto essere unitaria».
Fortemente contrario all’istituzione di una commissione d’inchiesta anche l’assessore Pino Gentile. Dal suo punto di vista, la questione è chiara: «Troveremmo difficoltà a individuare un nuovo socio per la parte privata».
Non è andato troppo per il sottile, il membro dell’esecutivo regionale. Dati alla mano, ha letteralmente bersagliato il socio privato della Sorical. Due parti in commedia: da un lato Gentile usa toni forti (e inconsueti) nei confronti di Veolia, dall’altro però si oppone all’istituzione di un organismo che avrebbe potuto fare luce sulle tante zone d’ombra che attualmente interessano la società. «Ci siamo trovati a gestire una società pachiderma che non risponde alle esigenze dei cittadini», ha incalzato Gentile, che subito dopo ha elencato una lunga serie di cifre e criticità che riguardano Sorical. Come i crediti dai Comuni che «ammontano a 202 milioni», o gli «800mila euro per una consulenza vergognosa con uno studio di Napoli».
Altro capitolo è quello relativo ai debiti della società, pari «a 100 milioni di euro, 47 dei quali riguardano l’energia. Sugli altri 53 stiamo cercando di accertarne la natura». «Spropositati» sono poi i 230 dipendenti, a cui se ne aggiunge «un altro centinaio relativo a imprese che lavorano con Sorical». Il tutto – secondo Gentile – per una spesa complessiva di «13 milioni di euro all’anno». A ciò si deve sommare anche il costo dei dirigenti, che si aggira intorno ai «200mila euro all’anno». Sui manager, Gentile non usa perifrasi: «Si sono impadroniti di Sorical e fanno i padroni con i soldi della Regione. La situazione è diventata intollerabile, non abbiamo bisogno di dirigenti che vengono da fuori». La vis polemica dell’assessore si esaurisce solo quando accenna a una nuova proposta di legge sugli Ato, che «approveremo in giunta nei prossimi giorni», e alla costituzione di una società «per aiutare i sindaci a risolvere i problemi con Sorical».
SILENZIO SULLE FERROVIE Doveva essere un tema caldo, di quelli su cui concentrare la massima attenzione politica possibile. E invece, per l’incredulità degli addetti ai lavori, il consiglio regionale non ha speso nemmeno una parola sulle Ferrovie della Calabria. Era infatti previsto un dibattito centrato sulla relazione dell’assessore ai Trasporti Luigi Fedele, nella quale era stato esposto (in occasione della seduta precedente) l’accordo che stabilisce il passaggio della proprietà di FdC dallo Stato alla Regione. Di cose da dire ce n’erano moltissime, soprattutto alla luce delle difficoltà in cui versa la società, oggetto di una trattativa alquanto controversa (durata 12 anni), anche per via dell’indebitamento che adesso dovrà essere ripianato dalla Regione.
Come riportato nella relazione, «la ricognizione che è stata allegata all’accordo del 8 novembre, effettuata dall’azienda e condivisa dal ministero e dalla Regione, evidenzia infatti uno squilibrio fra debiti e crediti pari a oltre 89 milioni di Euro, e in aggiunta la completa erosione del capitale sociale, pari a 10 milioni di Euro». Insomma, si tratta di belle cifre, che saranno compensate – stando a quanto affermato dall’assessore Fedele – da 65 milioni di fondi Fas e grazie al patrimonio che la Regione ha acquisito dallo Stato a titolo definitivo, del valore di 22 milioni di euro. Somme a cui «si aggiungeranno 20 milioni dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti». Peccato però che nessun consigliere abbia deciso di intervenire su una questione cruciale per la mobilità regionale. E se l’atteggiamento della maggioranza può essere persino comprensibile, seppur forse politicamente inopportuno, risulta del tutto ingiustificato il silenzio del centrosinistra, che ha inteso non prendere posizione (neanche per mezzo di semplici dichiarazioni formali) su un argomento di stringente attualità.
LE COMMISSIONI SOPPRESSE Il taglio delle commissioni consiliari (passate da 10 a 6 per effetto della spending review regionale) comporta il trasferimento delle competenze agli organismi sopravvissuti. Un passaggio formalizzato con l’approvazione delle modifiche al regolamento interno del consiglio regionale, che prevedono l’accorpamento delle funzioni: quelle della commissione Affari europei, inglobate dalla commissione Bilancio; del Comitato per il controllo contabile, che passano alla commissione speciale di vigilanza; della commissione Riforme, assorbite da Affari istituzionali; della sesta commissione, acquisite da Assetto e utilizzazione del territorio.
ECOMUSEI Il Consiglio ha dato via libera anche all’istituzione degli ecomusei. Il provvedimento, illustrato da Nazzareno Salerno, è «finalizzato alla valorizzazione del territorio sia dal punto di vista storico che da quello culturale». Il progetto prevede uno stanziamento di 50mila euro, cifra che lo stesso cons
igliere Pdl ha però giudicato «esigua».
QUESTION TIME Nessuna certezza invece per i precari della scuola. L’assessore alla Cultura Mario Caligiuri, in risposta all’interrogazione presentata dai consiglieri Giordano (Idv) e De Gaetano (Pd), ha specificato come al momento non esista alcun provvedimento sicuro che possa permettere la reintroduzione di questi insegnanti nel sistema scolastico. «Lo scorso 13 ottobre – ha spiegato Caligiuri – il ministero ci ha risposto che non è in vista il rinnovo del provvedimento “salva-precari”. Ci siamo già adoperati con il sottosegretario Rossi Doria per orientare investimenti al fine di utilizzare queste figure e di indirizzarle verso i Comuni ad alta densità criminale».
I tempi per l’istituzione del registro tumori stanno invece per accorciarsi. Il vicepresidente del Consiglio, Antonella Stasi, ha specificato – sollecitata dall’interrogazione del gruppo Idv – che «mancano pochi mesi per il completamento dell’iter e avere i primi dati certificati».
FONDAZIONE CAMPANELLA Durante il dibattito, il presidente del Consiglio Franco Talarico ha annunciato un incontro tra i capigruppo regionali e i lavoratori della Fondazione Campanella, fissato per il prossimo 10 dicembre.