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"Onorata sanità", chiesti 8 anni di carcere per Crea

REGGIO CALABRIA È attesa per metà dicembre la sentenza d`appello del processo “Onorata sanità”, il procedimento che vede come imputato principale l`ex consigliere regionale, Mimmo Crea, condannato in…

Pubblicato il: 30/11/2012 – 19:51
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"Onorata sanità", chiesti 8 anni di carcere per Crea

REGGIO CALABRIA È attesa per metà dicembre la sentenza d`appello del processo “Onorata sanità”, il procedimento che vede come imputato principale l`ex consigliere regionale, Mimmo Crea, condannato in primo grado a undici anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e sei fattispecie di falso, abuso d`ufficio e truffa, mentre lo aveva assolto dall`associazione semplice e dall`intestazione fittizia di beni. Per il politico, subentrato al consiglio regionale dopo la morte del collega di partito Francesco Fortugno, il pm di Reggio Calabria, Fulvio Rizzo, ha chiesto oggi la condanna a otto anni e un mese di reclusione, sei anni e tre mesi per il figlio Antonio e sette anni per Paolo Attinà, assolto in primo grado, ma considerato l`interfaccia Crea fra Crea e i clan Morabito-Zavettieri di Africo e Roghudi, Cordì di Locri e Talia di Bova Marina. Rizzo ha inoltre richiesto la conferma della condanna a nove mesi per l`ex direttore dell`Azienda sanitaria di Reggio Calabria, poi divenuto collaboratore del politico, Roberto Iacopino e per la moglie di Crea, Angela Familiari, entrambi condannati in primo grado con pena sospesa a nove mesi di carcere. In alternativa, ha sottolineato il pg nella sua requisitoria, gli atti dovrebbero tornare al pm per nuove indagini. L`ex consigliere regionale è accusato di aver «avvantaggiato un’associazione di tipo mafioso, sodalizio articolato nel basso versante jonico tra la potente cosca Morabito-Zavettieri di Africo e Roghudi, con le cosche Cordì di Locri e Talia di Bova Marina».
Il processo era scaturito da un`inchiesta riguardante presunti intrecci tra politica e `ndrangheta nella gestione del settore della sanità nel reggino che per Crea, secondo i magistrati, si era convertito in una fonte di guadagni da capogiro, grazie anche agli accordi stretti con le cosche Morabito-Zavettieri di Africo e Roghudi, Cordì di Locri e Talia di Bova Marina. Al centro del sistema, la clinica Villa Anya che per i pm «oltre a costituire un proficuo bacino di affluenza di introiti elevatissimi, rappresenta lo strumento indispensabile, nell’ottica del politico Crea, per l’elargizione (e la restituzione) di favori e per la raccolta di consensi elettorali». Ma per i magistrati dell`accusa Crea era soprattutto «diretto referente dei clan mafiosi, al centro di un ramificato sistema di gestione affaristica».

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