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A Palazzo Campanella bilanci troppo vaghi

REGGIO CALABRIA In Calabria i costi della politica finiscono spalmati in collaborazioni che i gruppi possono gestire a proprio piacimento. O, in misura minore, in voci di spesa che rientrano nella ge…

Pubblicato il: 05/12/2012 – 18:44
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A Palazzo Campanella bilanci troppo vaghi

REGGIO CALABRIA In Calabria i costi della politica finiscono spalmati in collaborazioni che i gruppi possono gestire a proprio piacimento. O, in misura minore, in voci di spesa che rientrano nella generica definizione di “attività politica”. Espressione onnicomprensiva che include cene, convegni, viaggi, pubblicità e acquisti in tipografia: tutti insieme confusamente, ma soprattutto senza fatture (almeno, non ce n`è traccia nei documenti messi in rete dagli uffici del consiglio regionale) a fare un po` di chiarezza sulle scelte compiute dalla politica con i soldi della Regione, che poi sono i nostri.
Il livello di trasparenza è molto prossimo allo zero e costellato di “spese varie”. Proprio la più generica delle voci è la più corposa, se si guarda il bilancio complessivo: sono “varie” le uscite associate a più di 723mila euro. Ovviamente, alcuni gruppi sono più “vari” di altri. Il Pdl, la formazione politica che riceve la quota maggiore di fondi regionali, classifica sotto la voce “altre spese” circa 532mila euro. Seguono a ruota Udc (quasi 75mila euro), Scopelliti presidente (48.200 euro) e Insieme per la Calabria (44.950). Il “vizio”, insomma, è una curiosa caratteristica delle forze che sostengono la maggioranza del governatore Scopelliti. Altrove – per la minoranza guida Autonomia e diritti con più di 12mila euro, seguita dal Pd con 7.686 – le “varie ed eventuali” calano. Dove finiscono quei soldi? È una tra le tante domande a cui la Procura di Reggio Calabria darà una risposta analizzando la documentazione prelevata oggi (e nelle ultime settimane) a Palazzo Campanella.
Un punto di partenza c`è. Quei denari non vanno a ingrossare le voci di spese esplicitamente dichiarate nei bilanci. Dunque non servono per le spese postali, telefoniche, di segreteria, per l`acquisto di quotidiani, settimanali e riviste; non servono per spese di cancelleria e neppure per spese organizzative, di funzionamento, di rappresentanza, aggiornamento, studio e formazione. Non hanno neanche lo scopo di pagare consulenze professionali di esperti; non sono investite per informare i cittadini sulle attività dei gruppi. E non sono finite neppure in rimborsi per viaggi o in trasferte per partecipare ad attività politiche. Allora come li avranno spesi i gruppi consiliari? Dall`esame delle fatture e dei rendiconti emergerà anche questo.

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