Reggio, esplode la rabbia dei dipendenti del Comune
REGGIO CALABRIA Ventiquattro ore di tempo: è questa la richiesta avanzata dai commissari alla delegazione ammessa ai piani alti di Palazzo San Giorgio in rappresentanza dei lavoratori imbufaliti che…

REGGIO CALABRIA Ventiquattro ore di tempo: è questa la richiesta avanzata dai commissari alla delegazione ammessa ai piani alti di Palazzo San Giorgio in rappresentanza dei lavoratori imbufaliti che dalle prime ore della mattinata presidiano il Comune. A dispetto di una convocazione che dava a tutti appuntamento alle quattordici, già attorno alle undici piazza Italia era gremita.
C`erano i dipendenti comunali che, megafoni alla mano, iniziavano a intonare i primi slogan contro l`attuale governatore ed ex sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti – per tutti vero e unico responsabile del disastro, c`erano le tute blu della Multiservizi, gli operai della Leonia, gli autisti dell`Atam che anche oggi hanno incrociato le braccia. Tutti vantano stipendi arretrati, ma soprattutto nessuno di loro ha alcuna garanzia per il futuro. Né immediato – lo stipendio di dicembre e la tredicesima – né prossimo – il destino delle partecipate e dello stesso Comune. «Noi siamo quelli che stanno pagando per tutti, per errori mai commessi», gridano i dipendenti comunali. Non solo non hanno ancora ricevuto – né sanno quando questo avverrà – lo stipendio di novembre, ma rischiano di vedersi riconosciuta una retribuzione decurtata di due-trecento euro. È questo l`effetto immediato della delibera del 29 novembre scorso, che ordina di «procedere all`immediata sospensione dell`erogazione della porzione di emolumenti stipendiali, riferita al beneficio della progressione economica orizzontale attribuita ai dipendenti a seguito delle clausole contrattuali (e delle conseguenti procedure amministrative) riconosciute illegittime dagli ispettori ministeriali».
Traduzione: la Peo (progressione economica orizzontale), che riconosce un aumento mensile dagli 80 ai 300 euro per ogni dipendente, in base all`inquadramento contrattuale, deve essere congelata per via delle clausole contrattuali «riconosciute illegittime – si legge in delibera – dagli ispettori ministeriali».
Un provvedimento che, stando a quanto lascia intendere la delibera, segue il percorso obbligato sancito dalle deliberazioni della Corte dei conti che ha attestato parte delle irregolarità scovate al Comune di Reggio e segnalato che tra le tante voci che hanno concorso all`ancora non quantificato buco di bilancio, ci sarebbero 22 milioni di euro dovuto proprio a emolumenti secondo la relazione «percepiti indebitamente» dai dipendenti. Da qui la decisione dei commissari non solo di fare marcia indietro sulla Peo, ma anche di tentare di recuperare i contributi già erogati. E con effetto immediato.
Un abuso per i dipendenti, che oggi si sono radunati davanti al Comune, insieme ai lavoratori protagonisti delle altre vertenze in città. Sono circa cinquecento, ma quelli che oggi navigano a vista, senza alcuna certezza sul proprio futuro sono molti di più. È una mattinata tesa di fronte a Palazzo San Giorgio, cori e slogan si alternano a comizi improvvisati, in attesa della convocazione della delegazione che arriverà solo alle tredici.
Ma tre ore dopo, la risposta non è quella sperata. I commissari hanno chiesto tempo – ventiquattro ore – per approfondire la faccenda, o meglio le faccende. E quando la delegazione esce da Palazzo San Giorgio senza alcuna risposta concreta, la rabbia esplode, la voce dei delegati che riferiscono dell`incontro più volte viene coperta da urla e fischi dei manifestanti. Del resto, gli stessi delegati che hanno fatto appello alla continuazione della mobilitazione, dei commissari sembrano non fidarsi più. «Il 27 e il 28 novembre abbiamo avuto un incontro per chiedere lumi sulle nostre retribuzioni e ci era stato assicurato che gli stipendi di dicembre sarebbero stati pagati entro il 7 o l`8 dicembre e che attorno al 13 avremmo avuto un incontro per discutere di stipendi e tredicesima. E invece stavano preparando questa porcheria», dice Anna Crea, della segreteria aziendale Uil, reduce dall`incontro con i commissari. «Non si devono scaricare sui dipendenti le colpe di altri», dice uno dei tanti lavoratori che in queste ore occupano piazza Italia. «Se devono dichiarare il dissesto, lo dichiarino subito, non si aspetti dopo le elezioni. Chi ha sbagliato deve pagare e lo deve fare subito».