Aveva la possibilità – su istanza dell`interessato – di posticipare di mezz`ora la tradizionale processione della Madonna per permettere all`allora sindaco e oggi governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, di <>. Poteva procurare corsie preferenziali per una Tac come interi pacchetti di voti. E` una figura dalle mille cointeressenze e dall`infinito potere quella di don Nuccio Cannizzaro tratteggiata oggi dal maresciallo Tagliamonte, chiamato a testimoniare dal pm Stefano Musolino nell`ambito del processo Raccordo-Sistema. Parroco di Condera, cappellano della polizia provinciale e municipale, cerimoniere del vescovo, don Nuccio è un uomo importante e molto noto a Reggio città. Ma è anche imputato per falsa testimonianza aggravata dall`articolo sette – che indica la natura mafiosa del reato – per aver favorito con dichiarazioni mendaci il boss Santo Crucitti, che a Pietrastorta – dove da anni don Nuccio ha la sua parrocchia – regna e governa. E proprio per dare al Tribunale la possibilità di comprendere quanto fitta e intricata fosse la rete di relazioni e contatti che don Nuccio tesseva e gestiva attorno a sè, così come delle <> che oggi il pm Stefano Musolino ha chiesto al maresciallo Tagliamonte di illustrare sinteticamente il contenuto delle intercettazioni riguardanti il sacerdote che sono state allegate al fascicolo di indagine. Contatti che permettono di comprendere come il cerimoniere del vescovo fosse una <>. Una premessa accolta con favore dal presidente del Tribunale Andrea Esposito, che questa volta non ha chiesto al sottoufficiale di risparmiare i particolari e ha sempre respinto le opposizioni del legale di don Nuccio, Giacomo Iaria, sempre più flebili, via via che il militare sgranava le telefonate del sacerdote.
DAI TEMPLARI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Ordini cavallereschi, utenti che si chiamano vicendevolmente fratelli, parlano di un gran maestro e fissano incontri, cene e riunioni. Non sembra un sacerdote come tutti gli altri don Nuccio Cannizzaro, almeno stando alle intercettazioni su cui oggi è stato riferito in aula. Frequentazioni anche invise alla Chiesa, se è vero che – come una persona non identificata racconta al telefono al sacerdote – al solo sentirvi accennare il vescovo si sarebbe ritratto dicendo <>. Una reazione che il parroco di Condera imputa alla “bigotteria” e all`ignoranza, facendo riferimento alla pergamena di Chinon, l`atto con cui i cardinali plenipotenziari del Papa Clemente V hanno concesso l`assoluzione al Gran Maestro del Tempio Jacques de Molay e agli alti dignitari templari rinchiusi nel castello di Chinon nel lontano XIV secolo. Da allora, i Templari – i famosi preti combattenti – non sono mai stati riconosciuti dalle gerarchie cattoliche. Ma a Reggio Calabria, negli anni duemila sembrano attirare persone importanti o quanto meno dotate di un certo potere. E` il caso di un non meglio specificato “comandante” che – commentano don Nuccio e il suo interlocutore, Salvatore Santonoceto – <<è dei nostri>>, o di un <>, chiarisce Don Nuccio al “fratello” con cui parla al telefono. Ed è sempre di un ordine segreto a cui – su istanza di Don Nuccio – si potrebbe candidare ad accedere un personaggio inizialmente depennato dalla “lista degli ammissibili” che il sacerdorte disquisisce con un tale Luigi Giuseppe Meduri, che saluta con un caloroso “onorevole”. Con Giuseppe Tortorella, che al sacerdote si presenta come “amico di Peppe Agliano”, ex consigliere comunale e componente della segreteria particolare e politico di stretta fiducia del governatore Scopelliti, don Nuccio è invece impegnato a concordare tempi e modi per un incontro con il gran maestro dell`Ordine. Al telefono, don Nuccio parla distintamente di queste cose nonostante abbia il timore, anzi, la sicurezza di essere intercettato. Ma come ironizzerà, chiacchierando con tale “Lillo” dell`Ordine del Santo sepolcro definito una <>, quelli <>.
E` TUTTO UN GIRO… DI VOTI Ma stando a quanto si evince dalle intercettazioni, la rete di contatti che questo Ordine sembra presupporre, a Reggio equivale anche a una fitta trama di favori incrociati, corsie preferenziali ed entrature. Soprattutto nel mondo politico che sembra far la fila per entrare nelle grazie e alla corte di Don Nuccio, che in cambio dispensa favori e voti. Come quelli promessi a Dominique Suraci, l`ex consigliere comunale reggino del Pdl, finito in manette nell`ambito delle inchieste congiunte Assenzio e Sistema con l`accusa di essere il referente politico e imprenditoriale del clan Tegano. Alui, don Nuccio Cannizzaro prometterà appoggio per la campagna elettorale e su richiesta dello stesso futuro consigliere “una chiacchiera con qualcuno, con qualche famiglia che tu conosci”. Chiacchiera presumibilmente andata a buon fine se è vero che dopo le elezioni sarà lo stesso Suraci a chiamare il parroco di Condera per ringraziarlo e invitarlo a un pranzo al quale sarà presente anche Morisani, del quale gli annuncia la nomina ad assessore. Una carica – stando a quanto riferito oggi in aula – che lo stesso Suraci avrebbe rifiutato perchè <>. Ma a don Nuccio – ha sottolineato il maresciallo Tagliamonte – <>. E con Morisani, i contatti non mancheranno. Ma un aiuto e un appoggio, il parroco di Condera lo avrebbe promesso anche a Santi Zappalà, il consigliere regionale in seguito arrestato e condannato per corruzione elettorale, per il quale don Nuccio avrebbe disturbato addirittura don Pino Strangio, parroco e strenuo difensore del santuario della Madonna di Polsi. Del resto, commenterà in un`altra occasione il sacerdote, parlando al telefono <<è tutto un giro>>.
FAVORI E BENEDIZIONI E` un uomo di potere di don Nuccio. Uno con cui vale la pena avere a che fare come sostine una <> che lavora alla Regione Calabria, che al telefono con don Nuccio chiede al prelato di fondere le loro rispettive associazioni perchè tutti a Reggio hanno un <>. Stando alle conversazioni intercettate e oggi riferite in aula, il parroco di Condera è in grado di fare piccoli e grandi favori. Può trovare rapidamente <> il numero del presidente dei Cavalieri dell`Ordine di Malta, il barone Arturo Nesci, come può – dopo una chiacchierata con i proprietari dell`Oasi, i fratelli Scaramuzzino – trovare un lavoro a un ragazzo <>. Ma stando a una delle più che imbarazzanti circostanze riferite in aula oggi, il parroco di Condera sarebbe stato in grado di fare favori anche molto più importanti. Come quello che sembra aver fatto al colonnello della Guardia di Finanza, Agatino Sarrafiore, condannato nell`ambito del procedimento “Mozart”, insieme all`ex deputato Amedeo Matacena e all`ex presidente del Tar di Reggio Calabria, Luigi Passanisi. A suo favore, il parroco di Condera si sarebbe speso con chi di dovere per <>. Una missione difficile – avrebbe confessato in quell`occasione al telefono con Sarrafiore il sacerdote – dicendosi però certo che <>. Del resto, a don Nuccio non mancavano le amicizie, anche in magistratura. E’ una galassia sconfinata quella che ruota attorno a don Nuccio, che il pm Stefano Musolino non esita a definire <>. E i cui confini non sono ancora definiti.