"Crimine", due assoluzioni e una condanna a Torino
TORINO Due assoluzioni e una condanna hanno chiuso a Torino un processo di `ndrangheta, battezzato “Crimine”, originato da un filone di inchiesta condotto in Calabria. I giudici hanno inflitto quattr…

TORINO Due assoluzioni e una condanna hanno chiuso a Torino un processo di `ndrangheta, battezzato “Crimine”, originato da un filone di inchiesta condotto in Calabria. I giudici hanno inflitto quattro anni e otto mesi a Carmelo Cataldo, e hanno assolto Giovanni Catalano e Rocco Zangrà. «La sentenza – hanno spiegato gli avvocati difensori Wilmer Perga e Luigi Chiappero – per quel che riguarda i nostri assisiti è in linea con la giurisprudenza che si è formata con i casi Andreotti, Mannino e tanti altri: non basta che qualcuno dica che il tale è associato, occorre che il tale abbia un ruolo attivo nell`organizzazione».
Perga e Chiappero sono i difensori di Catalano, che è stato assolto per non avere commesso il fatto. Titolare di un`azienda che opera nel settore dell`edilizia, Catalano – che ha sempre respinto ogni accusa – era stato colpito da un ordine di custodia cautelare due anni fa; oggi è agli arresti domiciliari ma il giudice ne ha ordinato il ritorno in libertà. Suo fratello, Giuseppe Catalano, era stato riconosciuto come un esponente del locale di Siderno a Torino: qualche mese fa, dopo essersi dissociato dall`organizzazione, si è tolto la vita. Le accuse a carico del terzo imputato, Zangrà, erano in gran parte frutto di uno stralcio da un processo, chiamato “Albachiara”, sul radicamento della `ndrangheta nel Basso Piemonte, terminato con l`assoluzione di tutti gli imputati. Per lui, oggi, i giudici hanno stabilito che «il fatto non sussiste». “Crimine” è il prodotto di due maxi operazioni contro la criminalità calabrese, una della Procura di Torino e l`altra della Procura di Reggio, che nel trattare la posizione di alcuni indagati hanno finito per intrecciarsi.