I big del Pd chiedono la deroga per le primarie
LAMEZIA TERME Al Nazareno assicurano che le richieste di deroga arrivate dalla Calabria sono state consegnate sul filo di lana. Non poteva essere altrimenti considerate le grandi fibrillazioni che ha…

LAMEZIA TERME Al Nazareno assicurano che le richieste di deroga arrivate dalla Calabria sono state consegnate sul filo di lana. Non poteva essere altrimenti considerate le grandi fibrillazioni che hanno accompagnato la scelta dei rappresentanti istituzionali del partito di rompere gli indugi e mettersi in lizza alle primarie che dovranno designare i candidati del Pd al Parlamento. Sono sei i consiglieri regionali che hanno inoltrato domanda per potere partecipare alla competizione in programma per il 29 dicembre: Sandro Principe, Mario Maiolo, Antonio Scalzo, Piero Amato, Bruno Censore e Demetrio Battaglia. Una rappresentanza folta, che sarebbe potuta diventare più grande se in serata (al termine di una giornata di lunghe riunioni) non fossero arrivati i forfait di gente come Francesco Sulla, Nino De Gaetano e Vincenzo Ciconte. Non sarà della partita nemmeno il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio.
Chi, invece, ha scelto di giocarsi le proprie carte è l’europarlamentare Mario Pirillo. Ora si aspetta la risposta (dovrà arrivare entro la serata di giovedì) alla richiesta di deroga da parte del comitato elettorale nazionale, presieduto dal vicesegretario nazionale del partito Enrico Letta. Dell’organismo fanno parte pure i capigruppo di Camera e Senato, Franceschini e Finocchiaro. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. E poi Bindi, Migliavacca e il responsabile dell`organizzazione Nico Stumpo. Nell’organismo sono rappresentati anche i renziani, con il presidente dell’Anci Graziano Delrio. Che punterebbero ad almeno venti propri esponenti nel listino, al di là di quanti correranno per le primarie. Secondo il regolamento approvato ai parlamentari uscenti non saranno richieste firme da raccogliere mentre agli altri viene richiesto il 5% di quelle degli iscritti (su base provinciale).
In Calabria, tra le altre cose, è già scattato il gioco delle coppie, cioè il ticket per garantire l`alternanza di genere. Il regolamento, infatti, parla chiaro: la seconda preferenza sarà valida solo se ci sarà alternanza di genere.
Ma a determinare ulteriori tensioni nel partito calabrese c’è anche la scelta di quel 10 per cento, ovvero la quota protetta (più i capilista) a disposizione di Bersani (in questa regione corrisponde a tre posti “blindati” nella lista alla Camera e due in quella al Senato), in accordo con le segreterie regionali, per garantire la rappresentanza della società civile, di competenze ed esperienza sul campo (soprattutto nelle commissioni parlamentari e in Aula), ma anche di rapporti di forza interni.
I bene informati sostengono che in questa fascia rientreranno Nico Stumpo, il commissario del Pd calabrese Alfredo D`Attorre e qualche esponente del mondo della cultura calabrese. Ma c’è anche un’altra ipotesi che trova conferme in qualche colonnello del partito, ovvero che almeno uno dei posti riservati venga riservato ai socialisti di Nencini (un nome su tutti: quello di Luigi Incarnato) per via dell’accordo stretto alle primarie che hanno incoronato Bersani. È certa, infine, la presenza alle primarie di molti parlamentari uscenti e di alcuni dirigenti come Stefania Covello, Enza Bruno Bossio, Maria Carmela Lanzetta, Elisabetta Tripodi, Giovanni Manoccio e Francesco De Nisi.