Il Maxxi, “Viva” e la cultura secondo noi
Gentile direttore, gli ultimi articoli apparsi sul suo giornale sono l`occasione per fare il punto sulla prima edizione di Viva performance Lab e per restituire alla città e a quanti hanno partecipat…

Gentile direttore, gli ultimi articoli apparsi sul suo giornale sono l`occasione per fare il punto sulla prima edizione di Viva performance Lab e per restituire alla città e a quanti hanno partecipato un quadro sull`intera esperienza.
Il testo è condiviso dall`Amministrazione e dal Maxxi e tuttavia distinto per competenze e quindi a cura di ciascun referente secondo le firme riportate in basso. Come sempre in questi casi, è utile sia dare alcune informazioni sia esprimere il proprio punto di vista; a volte ciò diventa lungo, ma speriamo non noioso.
Il progetto Viva Performance Lab nasce in coerenza con la politica regionale e, operativamente, dal bando su eventi di arte contemporanea di maggio 2012. La tempistica della selezione e del contratto con la regione rende attivo il progetto il 2 ottobre e ne pone il termine entro l`anno. Ogni ragionamento sull`efficienza del progetto deve quindi contestualizzarsi e capire, al contrario, l`enorme sforzo fatto dall`Amministrazione e dai partner per dare seguito nel concreto alla qualità proposta nel progetto.
La creazione della partnership (Comune, Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo) e Unical ha seguito l`obiettivo di portare “Cosenza fuori Cosenza”, cioè dell`internazionalizzazione, così come richiesto dal bando e dalla Commissione Europea che fa della cultura motivo e motore di nuove opportunità di sviluppo. Che il Maxxi, quale unico museo nazionale di arte contemporanea, fosse il migliore partner immaginabile per ottenere una visibilità internazionale non è negabile; al di là delle vicende amministrative che l`hanno interessato è un`istituzione che di fatto ha portato a Cosenza artisti di caratura internazionale come nessun`altra istituzione locale o regionale avrebbe potuto fare in così breve tempo e con altrettanta autorevolezza. Credo che su questo punto ci possano essere tante opinioni ma l`informazione corretta è una sola ed è oggettiva. L`Amministrazione di Cosenza è orgogliosa di aver saputo cercare un partner di questo livello, di essere stata convincente e aver poi definito assieme il livello di innovazione a cui il progetto avrebbe dovuto tendere.
Oltre al Maxxi sono parte del progetto il Comune di Altomonte, 3 scuole superiori (il liceo artistico Tommasi, l`istituto turistico alberghiero Mancini, il liceo classico Gioacchino da Fiore) e la rete europea Trans Europe Halles, a testimoniare l`attenzione non residuale ma sostanziale al territorio, e al contempo alla sua proiezione internazionale.
Infine, la valutazione se utilizzare i fondi per attività così ristrette nel tempo non sta all`Amministrazione Comunale che, invece, si è preoccupata di concorrere e al meglio, portando sul territorio un`opportunità. Sarebbe stato certamente discutibile il contrario, ovvero non partecipare e criticare a priori. Diversamente si è voluto esserci e dialogare con la regione sul monitoraggio degli investimenti e sul miglioramento delle procedure. Questo infatti è stato anche l`intento della Regione con la sessione pomeridiana degli Stati Generali della Cultura, quando Cosenza, attraverso il progetto Viva, ha raccolto la sollecitazione del Ministero dello Sviluppo Economico presente tra i relatori e si è proposta per lo sviluppo e l`animazione di un blog, ovvero di uno spazio digitale a supporto della discussione tra i titolari di un progetto culturale e la Regione Calabria. Anche in questo modo Cosenza diventa un nodo del “fare cultura”.
Il progetto Viva Performance Lab non è solo il festival del 8 e 9 dicembre con 8 artisti internazionali e una settimana di workshop per artisti emergenti selezionati con concorso internazionale; è un mese e mezzo di laboratori creativi sviluppati in tre istituti superiori, circa 100 ragazzi coinvolti, con la tutorship dell`Università della Calabria e dello staff di Viva; è anche un concorso per premiare la loro capacità di produrre contenuti di valore on line. E` un`attività di ascolto, informazione e riflessione con associazioni culturali e artisti locali, sul livello della progettualità culturale a Cosenza, sulle prospettive della programmazione culturale europea, sull`esperienza di altri gruppi culturali che in Europa hanno creato sistemi collaborativi e centri culturali indipendentemente dal sussidio pubblico; sono due giornate (a Cosenza e Altomonte) di progettualità per orientare la seconda annualità di Viva, per generare nuove idee e instaurare un livello di conoscenza e collaborazione che cominci a rendere reale il concetto di rete. Tutto questo non è frequente da trovare all`interno di un progetto nato come “evento di arte contemporanea”.
Il tema della performance è stato scelto per la natura sperimentale e perché si sposa molto bene con il concetto di partecipazione e di animazione locale, al di là della spettacolarizzazione. E` una disciplina che interseca molte forme di creatività, spesso in modo imprevedibile; in questo senso l`arte è strumento per animare, per promuovere azioni e per misurare la pressione a livello locale non solo degli artisti presenti ma anche e soprattutto per intercettare quanti esprimono forme di creatività diffuse.
Forse parlare di partecipazione a qualcuno suona come un gergo, una retorica “sviluppista”, utilizzata solo per motivare richieste gratuite di collaborazione. E` invece vero che ogni forma di coinvolgimento ha cercato di seguire una filiera legata all`apprendimento, a partire dalle inclinazioni personali, e a fornire sempre una doppia prospettiva: quello che possiamo fare ora e come l`ora interagisce con il domani. Il progetto infatti ha promosso iniziative a livello territoriale e tanto ad Cosenza quanto ad Altomonte si è tenuto un Open Space (Ost) ovvero un incontro gestito sulla base di una metodica partecipativa, da cui sono uscite idee progettuali forti che costituiscono un riferimento per le attività del prossimo anno e utili per la programmazione culturale del prossimo settennio. Ad Altomonte, ad esempio, è nato il concetto di “Viva Festival collaborativo”, idea che andrà approfondita, discussa sul territorio e per cui già stiamo lavorando per valutare l`implicazione tecnologica che determina. Viva si è mosso con la consapevolezza che dal 2014 al 2020 le aree interne sono un tema che caratterizzerà le politiche nazionali ed europee. Anche in questo caso l`arte contemporanea è stato un mezzo, un ponte per discutere di sviluppo. Non solo un festival.
Portare Cosenza fuori Cosenza, ovvero rendere internazionale la scena culturale, questo l`obiettivo della politica regionale. Due i livelli che Viva ha sviluppato:
– la proposta artistica, con protagonisti di caratura internazionale e una curatrice di altrettanta fama tramite cui ci auguriamo di allacciare nuove relazioni; la rete europea, con la presenza del network di più vecchia costituzione e maggiore rappresentatività in Europa, Trans Europe Halles, che raggruppa centri culturali indipendenti. Per stabilire connessioni, capire con chi e come fare progetti assieme, vedere come altri hanno declinato il concetto di centro culturale, come hanno affrontato la scarsità di risorse per la cultura. Per avere uno scenario sulla prossima programmazione europea e i programmi del prossimo settennio 2013-20120. Temi molto operativi e legati al tema della gestione da sempre l`anello debole dei creativi. Viva ha portato a Cosenza il rapporto con quasi 60 associazioni indipendenti internazionali in tutta europa, con cui relazionarsi e fare progetti, contatti che non esistevano prima.
Il festival ha introdotto un elemento forte di innovazione, la sperimentazione con i social media, il grande “orecchio” acceso sull`evento e le attività connesse, nato per la disponibilità di un team di qualità come Aos Art is Open Source. Questa attività ha permesso di far vedere un uso intelligente dei social network, utile a chi vuol capire il sistema di relazioni che nasce attorno ad un comune interesse o attorno ad un evento culturale; utile quindi a monitorare la soddisfazione di chi ha partecipato ma anche a fornire elementi per programma
re azioni future. Ora che il festival è finito, il sistema realizzato diventa uno strumento a disposizione degli operatori culturali: un`agenda digitale comune dedicata alle iniziative culturali dell`area di Cosenza, realizzando quel coordinamento dei calendari tanto invocato ma che sembrava impossibile da realizzare. Un sistema che permette di dialogare e capire in tempo reale il sistema di preferenze del pubblico.
A quanti criticano l`invisibilità del festival, un deficit di comunicazione, Viva risponde che tutte le persone coinvolte sono il vero manifesto di Viva, un manifesto che dura nel tempo quanto dura un`esperienza, che lascia tracce e genera nuove idee e la motivazione a partecipare alla seconda annualità. E` vero, l`investimento fatto sui media è stato minore rispetto a quanto si fa in situazioni analoghe, ma come si fa a passare dall`informazione alla motivazione? Basta invadere una città di carta per avere pubblico o per dire di aver fatto il possibile per creare la propria audience? E` evidente che non è così. Viva ha puntato sui fattori di maggiore rendimento e di maggiore resilienza; rendimento in quanto capaci nel breve termine a raggiungere un pubblico interessato, indipendentemente dalla localizzazione geografica, così come operano i social network; resilienza in quanto resistenti al tempo, così come è l`esperienza. Crediamo cioè che, utilizzando fondi pubblici, non sia sufficiente fare ma è altrettanto importante come si fa, e il come deve essere impostato sulla massima inclusione e sostenibilità che si riesce attribuire ad ogni azione.
Le risorse si succhiano e si sprecano se il contributo richiesto è puntuale e residuale; viceversa il criterio della partecipazione che si è inteso mettere in pratica è processuale, continuo e articolato su obiettivi diversi. Un semplice esempio è la sequenza virtuosa che si è instaurata a partire dal Maxxi che è intervenuto con due lezioni in Università sulla performance art, per proseguire con l`Università che ha seguito i laboratori alle scuole, e le scuole che hanno dato servizi agli artisti (la cena per gli artisti, i mediatori culturali, ecc.): ogni attività serve a produrre qualcosa ma anche a mettere in relazione. Lavorare sulla qualità delle relazioni è la sfida della società contemporanea, da qui si riparte per creare opportunità di miglioramento.
Cosenza è città divisa: divisa tra parte storica e parte nuova e commerciale; divisa tra città e università; divisa tra una cultura fondata sulla solidarietà e una cultura legata ai consumi. Performance e partecipazione possono rappresentare argomenti formidabili per rompere la retorica che domina spesso, soprattutto da parte di chi decide di non esserci.
A Cosenza “non si lascia niente” perché non è un soggetto passivo e perché Viva non è un`invasione di barbari che depredano o lasciano per benevolenza: Viva è un progetto voluto dall`Amministrazione, che ha ricercato un progettista che se la sentisse di giocare una partita praticamente persa, per i tempi con cui si prospettava prima la candidatura e poi l`attività. L`esercito di Viva è stanziale, fatto di ragazzi, studenti, artisti e operatori che hanno partecipato o semplicemente guardano con interesse a qualcosa che avviene, forse inaspettato. Monitorare gli impatti è una priorità emersa da subito, su cui l`Amministrazione di Cosenza ha sollecitato la Regione ad affiancare i progetti con una azione di assistenza, consapevole che la questione è e sarà sempre più centrale data la natura immateriale della maggior parte delle attività culturali. In ogni caso gli impatti vanno valutati rispetto alla natura delle manifestazioni e ai risultati prefissati che per Viva è la partecipazione e l`attivazione di un processo che possa caratterizzare Cosenza come città che promuove la performance. L`Unical ha infatti costituito un gruppo per la valutazione degli impatti e l`esperienza del primo anno servirà a costituire un laboratorio che assista l`amministrazione nella programmazione culturale del prossimo settennio.
L`accoglienza, l`interesse e la curiosità rivolta a Viva e al suo staff è stato genuino, né pagabile. E` stata una risposta immediata, indicatore di una reale vivacità culturale e aggregativa. Viva ha fatto promesse, era inevitabile: su due mesi e mezzo di attività non potevano non sfuggire, anche forzando la realtà che vede la necessaria approvazione della Regione per avviare la seconda annualità. Un sasso buttato in avanti. E la promessa è già contenuta nel progetto iniziale; se l`evento iniziale doveva servire a creare uno spazio per Cosenza sulla scena internazionale, la seconda annualità avrebbe consolidato il lavoro promuovendo le risorse creative locali. Se fosse stato l`inverso Viva non avrebbe potuto fare niente in così poco tempo.
Infine, un unico accenno personale: da quanto scritto da Manolo Muoio è stato presente a molte delle attività e delle occasioni create dal progetto, anche agli Stati Generali della Cultura del 10 dicembre, a festival finito. Non ci vuole molto a presentarsi e parlare faccia a faccia, senza che questo escluda poi il farlo pubblicamente.
* dirigente del settore Cultura e Spettacolo – Comune di Cosenza
** progettista di Viva
*** direttore Maxxi Arte