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Bimbo affetto da fibrosi cistica La scuola lo rifiuta: «È infettivo»

CATANZARO Non può andare a scuola perché affetto da fibrosi cistica e quindi può infettare la classe. La triste vicenda – riportata dal sito Corriere.it – riguarda un bambino di cinque anni calabrese…

Pubblicato il: 03/01/2013 – 18:40
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Bimbo affetto da fibrosi cistica La scuola lo rifiuta: «È infettivo»

CATANZARO Non può andare a scuola perché affetto da fibrosi cistica e quindi può infettare la classe. La triste vicenda – riportata dal sito Corriere.it – riguarda un bambino di cinque anni calabrese rifiutato perché malato. «Il nostro istituto non può essere scambiato per un ospedale e non può quindi assistere persone affette da malattie infettive». È questa la motivazione con cui la scuola pubblica per l`infanzia “Suor Salvatorina Casadonte” di Montepaone Lido, in provincia di Catanzaro, ha rifiutato l`iscrizione del piccolo affetto da fibrosi cistica. La madre ha cercato, inutilmente, di spiegare al dirigente scolastico che non si tratta di una malattia contagiosa e che non metterebbe a rischio la salute degli altri bambini. Ma non ha ottenuto nessun risultato. La donna è stata costretta a iscrivere il bambino in un`altra scuola, a Soverato, distante alcuni chilometri da casa finché, stanca del pendolarismo quotidiano, si è rivolta alla Lega italiana fibrosi cistica (Lifc) per denunciare l`accaduto. Così l`associazione si è rivolta al ministro dell`Istruzione, al sindaco del comune di Montepaone, all`Ufficio scolastico regionale della Calabria e a quello provinciale di Catanzaro, chiedendo un intervento immediato e sottolineando che deve essere rispettato il diritto all`istruzione e alla socializzazione del bambino discriminato. «Il fatto è estremamente grave – scrive Silvana Mattia Colombi, vicepresidente della Lifc – perché un bambino affetto da fibrosi cistica è un bambino dall`aspetto normale e dall`intelligenza vivace, che però lotta tutta la vita contro una malattia subdola e progressiva che colpisce soprattutto l`apparato respiratorio e digestivo. Gli ostacoli sono ancora una volta posti proprio da quelle istituzioni che dovrebbero tutelare il bambino e consentirgli un totale e sereno inserimento scolastico e sociale e che invece, con troppa superficialità, lo hanno discriminato, negandogli alcuni dei suoi diritti fondamentali, quali la formazione e la socializzazione». L`Ufficio scolastico regionale – scrive il Corriere.it – ha fatto sapere che sta esaminando il caso, che risale allo scorso novembre.

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