«Candidatura Scilipoti sfregio alla Calabria»
LAMEZIA TERME «Se la notizia della candidatura di Scilipoti in Calabria dovesse trovare riscontro all`atto di presentazione degli elenchi dei candidati di questa circoscrizione elettorale (e spero, s…

LAMEZIA TERME «Se la notizia della candidatura di Scilipoti in Calabria dovesse trovare riscontro all`atto di presentazione degli elenchi dei candidati di questa circoscrizione elettorale (e spero, sinceramente, di no), sarebbe, purtroppo, l`ennesima dimostrazione di come il nostro territorio possa essere considerato da alcune parti politiche e smaschererebbe, ancora una volta, coloro i quali hanno bloccato la riforma della legge elettorale, togliendo, ai calabresi, la possibilità di votare e di scegliere, autonomamente e senza imposizioni dall`alto, i propri rappresentanti». Il vicecoordinatore regionale Udc, Giuseppe Idà, non ha certo accolto di buon grado la candidatura dell`ex dipietrista collocato al sesto posto nella lista per il Senato. «Al Pd – che attraverso delle primarie assai discutibili ha inserito, in posizioni considerate utili, personaggi che nulla hanno a che vedere con la nostra terra (vedi la toscana Rosy Bindi, il siciliano Angelo Argento e la molisana Micaela Fanelli) – rischia di accomunarsi, ora, il Pdl», osserva ancora Idà. Che aggiunge: «È evidente, a questo punto, la mancanza di rispetto verso la Calabria,
probabilmente considerata terra di conquista, incapace di esprimere
intelligenze di spessore in grado di rappresentare, degnamente, un territorio
con una storia e con un popolo che viene continuamente umiliato. Di sicuro, l`Udc é l`unica forza che garantisce una seria e forte rappresentanza: i nostri eletti saranno calabresi; i nostri rappresentanti conoscono pienamente i problemi e le potenzialità del territorio, perché qui vivono e qui svolgono la propria attività: la storia personale di ognuno di loro parla da sé». Il vicecoordinatore calabrese dello Scudocrociato rivendica le scelte del suo partito che ha «ritenuto opportuno e indispensabile presentare, ai calabresi, liste e nomi in cui avrebbero potuto rivedersi: e così é stato».
«Da altre parti, invece – continua Idà – sembrerebbe che abbiano preferito chinare il capo ai diktat romani e delle rispettive segreterie nazionali, non tutelando gli interessi dei nostri cittadini e tralasciando, in secondo piano, i veri bisogni e le reali esigenze della Calabria».