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Quale destino per gli internati negli Ospedali psichiatrici?

Il 31 marzo 2013 è stato fissato come data ultima per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, la fine di quella che è da anni considerata una vera e proprio vergogna che ha decretato la m…

Pubblicato il: 22/01/2013 – 15:08
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Quale destino  per gli internati  negli Ospedali psichiatrici?

Il 31 marzo 2013 è stato fissato come data ultima per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, la fine di quella che è da anni considerata una vera e proprio vergogna che ha decretato la morte civile di tanti ammalati di mente nel nostro Paese. A tutt’oggi non risultano stati  disposti provvedimenti di proroga, anzi, nel  mese di Dicembre scorso la competente Commissione parlamentare presieduta dal senatore Ignazio Marino ha disposto addirittura il sequestro di alcuni Opg, compreso quello di Barcellona Pozzo di Gotto dove sono internati circa 40 infermi di mente della Calabria, perché si è constatato che il diritto alla salute in questi presidi non era assolutamente garantito. Queste strutture, secondo la commissione, purtroppo “restano carceri-ghetto” che in alcun modo assomigliano a un ospedale. Un atto che sancisce ancora una volta l’inidoneità di queste strutture e che ha anche previsto dei termini perentori per il trasferimento degli internati.
Resta il dato di una riforma per il superamento degli Opg che doveva rappresentare una conquista di civiltà ma che non ha visto il rispetto dei tempi programmati per la sua applicazione. Il governo, nonostante le numerose sollecitazioni della Commissione, non ha reso ancora  operativo il decreto di riparto tra le regioni delle risorse finanziarie previste per le nuove strutture e per  l`assunzione del personale. La Regione Calabria ha elaborato un piano di massima degli interventi che prevede l’attivazione in uno dei reparti dell’ex Ospedale psichiatrico di Girifalco di una comunità residenziale che andrà ad accogliere una parte dei pazienti che derivano dalla chiusura dell’ospedale psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto, dove accogliere una parte dei dimessi dell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto e di altri.
Ma tutto è fermo in attesa del finanziamento del ministero della Salute che per la Calabria ammonta a sei milioni e mezzo di euro. Finanziamento che è fermo al Ministero dell’economia e al Cipe che devono dare il loro via all’erogazione dei fondi. I tempi previsti  per la ristrutturazione  e per la messa in opera della struttura saranno di almeno un anno.Questo significa che se non ci sarà una proroga, o la previsione di altre soluzioni alternative, gli attuali internati calabresi rischiano di essere trasferiti in carcere o semplicemente messi sulla strada! C’è quindi la necessità di una risposta urgente su come Governo e Regione intendono affrontare questo passaggio.
L’altro pericolo che si deve assolutamente evitare è che il   grande Opg venga sostituito con un altro piccolo Opg, con meno ospiti ma di fatto potrebbe rappresentare l’attivazione di un nuovo “contenitore dell’abbandono”. Certamente per i soggetti con patologie più gravi bisogna pensare anche a più strutture residenziali con numeri limitati di ospiti, ma queste devono essere vere e proprie comunità terapeutiche aperte al territorio e avere programmi di riabilitazione psichiatrica e socio-lavorativa. Così  come per i soggetti meno gravi la sfida è di pensare e realizzare modelli d’intervento innovativi elaborati dai vari Dsm competenti per territorio che devono prendere in carico i loro ammalati e facilitare la socializzazione con le comunità locali. Insomma, è giunta l’ora di dotare la Calabria di interventi socio-sanitari improntati al rispetto delle leggi e rispettosi della dignità e dei diritti di questi soggetti, attivando progetti individualizzati, iniziative di inserimento lavorativo e sociale, sostenendo le famiglie sulle quali ricade il maggior peso, potenziando gli organici dei dipartimenti di salute mentale e i servizi diurni e domiciliari, i gruppi appartamento coinvolgendo le associazioni dei familiari, il volontariato e il terzo settore, creando una rete che accolga queste persone che non sono criminali da abbandonare ma essenzialmente persone da curare. In Calabria, nelle istituzioni e nella società, vi sono soggetti con risorse e capacità di accoglienza e di prendersi ugualmente cura di queste persone deboli, tra le più vulnerabili e fragili della nostra società.
In atto l’urgenza è quella di sbloccare l’erogazione dei fondi e per questo lanciamo un appello ai nostri parlamentari perché intervengano con urgenza sul ministero dell’Economia.

* Centro Comunitario Agape
** Comunità Progetto Sud

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