La Procura di Bologna: «Riconoscere l`associazione mafiosa»
BOLOGNA La Procura di Bologna ricorrerà al Riesame perché sia riconosciuta la sussistenza dell`associazione di stampo mafioso nell`indagine sulla `ndrangheta culminata ieri con l`esecuzione di 29 ord…

BOLOGNA La Procura di Bologna ricorrerà al Riesame perché sia riconosciuta la sussistenza dell`associazione di stampo mafioso nell`indagine sulla `ndrangheta culminata ieri con l`esecuzione di 29 ordinanze di custodia cautelare. Il gip Bruno Perla infatti ha riconosciuto l`esistenza di un`associazione per delinquere, ma semplice e nonmafiosa come chiesto dall`accusa, pur però riconoscendo l`aggravante della modalità mafiosa per quasi tutti i reati contestati. «Per noi quella è un`associazione di stampo mafioso – ha ribadito oggi in un incontro con la stampa il procuratore Roberto Alfonso – i vari episodi di intimidazione, violenza e le modalità sono quelle». Alfonso ha spiegato che le indagini hanno messo in luce che il gruppo, radicato nel territorio locale, agiva «con larga autonomia» dalla Calabria. Seguiva inoltre «lo schema classico dell`infiltrazione, tentando di entrare in quegli uffici e in quelle istituzioni con cui doveva avere rapporti». In questa ottica vanno quindi letti per il procuratore i rapporti con alcuni rappresentanti delle forze dell`ordine emersi nelle indagini (tra gli arrestati vi sono un sottufficiale della Finanza di Lugo di Romagna, un altro ex militare sempre della Gdf e un ex ispettore della polizia accusati di dare informazioni “dall`intero” all`organizzazione criminale), e quelli con l`impiegata amministrativa della Corte di Cassazione perquisita ieri, e anche quelli con alcuni commercialisti «utili, nella gestione delle diverse sale giochi, alle intestazioni fittizie». Manca, è stato fatto notare, un tentativo di rapportarsi con il mondo politico. «È vero – ha risposto Alfonso –. Non è venuta fuori la politica». Se ne deduce, è stato chiesto al procuratore, una certa impermeabilità del sistema politico emiliano-romagnolo all`infiltrazione? «Io non deduco nulla – ha risposto il magistrato –. Osservo e rilevo quello che emerge dall`indagine».