Clan Gioffrè, sequestrati beni per cinque milioni
Due ditte, 34 appezzamenti di terreno, cinque fabbricati, un frantoio e titoli dell’Arcea per oltre 58mila euro: è un duro colpo al patrimonio della cosca Gioffrè quello disposto dal Tribunale di Reg…

Due ditte, 34 appezzamenti di terreno, cinque fabbricati, un frantoio e titoli dell’Arcea per oltre 58mila euro: è un duro colpo al patrimonio della cosca Gioffrè quello disposto dal Tribunale di Reggio Calabria, che ieri ha disposto il sequestro di tutto il patrimonio del boss di Seminara, Rocco Antonio Gioffrè, deceduto nel gennaio 2011. L`operazione è stata eseguita dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria.
Gli eredi del patriarca dovranno fare a meno di beni del valore di oltre cinque milioni di euro, che da oggi passano in mano allo Stato. Con il provvedimento adottato a carico di Gioffrè è stato disposto il sequestro di due ditte individuali operanti nel settore delle colture olivicole, circa 170.000 mq di terreno agricolo suddiviso in 34 appezzamenti, in Seminara, quasi tutti coltivati ad uliveti, 5 fabbricati siti in contrada Santa Venera di Seminara, un frantoio con linea completa automatizzata per la macina delle olive, aiuti pubblici al reddito degli agricoltori per un valore complessivo di 58.253,581 di euro. Morto in carcere mentre stava scontando una condanna a sette anni per associazione mafiosa, per gli inquirenti Gioffrè era stato il vero regista della competizione elettorale per l`elezione a sindaco del comune di Seminara. Storico mediatore della faida di San Luca, fra i dei Pelle-Vottari e i Nirta-Strangio – è stato uno dei protagonisti della guerra intestina fra le cosche di Seminara.