Finiranno presto davanti al giudice il governatore Giuseppe Scopelliti, la sua vice Antonella Stasi e l`assessore regionale al Personale Domenico Tallini. I sostituti procuratori, Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio, titolari del fascicolo sulla discussa nomina di Alessandra Sarlo a dg del dipartimento Controlli, hanno depositato all`ufficio gip del Tribunale di Catanzaro la richiesta di rinvio a giudizio per i tre indagati. I due pm, inoltre, hanno avanzato istanza anche per sottoporre a incidente probatorio il presidente Scopelliti e l`assessore Tallini. Già in fase di indagine, nel mese di novembre, la Procura aveva avanzato un`identica richiesta per il governatore, per la Stasi, per Tallini, per la dirigente del settore Rosalia Marasco e per l`assessore Stillitani. Gli inquirenti avevano, però, poi deciso di rinunciare all`incidente probatorio. L`ipotesi d`accusa è quella di abuso d`ufficio. Al centro dell`inchiesta la nomina a direttore generale esterno del dipartimento Controlli di Alessandra Sarlo ex commissario dell`Asp e moglie del magistrato Vincenzo Giglio, il giudice indagato dalla Dda milanese per aver fornito notizie riservate al consigliere regionale Franco Morelli. L`attuale dg, secondo le conclusioni degli inquirenti, non avrebbe avuto i requisiti per quell`incarico. Nell`avviso di conclusione delle indagini i magistrati avevano spiegato che Scopelliti, «amico personale della famiglia Sarlo», la Stasi «concorrente morale» del governatore e l`assessore Tallini «al fine di attribuire alla dottoressa Alessandra Sarlo la dirigenza generale del dipartimento Controlli della Regione Calabria, con delibera 381 dell`11 agosto 2011, alla luce dei curricula depositati, attestavano apoditticamente e, dunque, falsamente che nessuno dei candidati, dirigenti interni alla Regione, possedesse una “esperienza sufficiente in proporzione alla complessità” dell`incarico». In questo modo avrebbero tratto in errore la giunta che l`1 settembre del 2011 nominò la Sarlo a capo del dipartimento Controlli. La Sarlo, però, annotano i pm, avrebbe avuto un «curriculum sicuramente non superiore in riferimento alla specificità dell`incarico rispetto ai dirigenti interni alla Regione dichiarati non idonei». I tre politici indagati sarebbero responsabili anche della violazione ed elusione dell`articolo 19 comma 1 bis del decreto legislativo 165 del 2001 che recita: «L`amministrazione rende conoscibili, anche mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il numero e la tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili nella dotazione organica ed i criteri di scelta; acquisisce le disponibilità dei dirigenti interessati e le valuta».?Tre le parti offese individuate dalla Procura: la Regione e i due dirigenti esclusi Luigi Bulotta e Giovanna Melania Grasso.
L`indagine era finita sui giornali il 6 giugno scorso quando venne notificato un avviso di garanzia all`assessore Tallini e alla dirigente del dipartimento Personale, Rosalia Marasco. Secondo quanto riportato nel provvedimento notificato all`epoca l`assessore e la dirigente avrebbero attestato falsamente che la Sarlo da curriculum «possedeva l`esperienza sufficiente in proporzione alla complessità dell`incarico». Poche settimane dopo Tallini venne ascoltato in Procura. In quell`interrogatorio l`assessore sostenne che quella nomina venne decisa «collegialmente». Sul registro degli indagati è così finita l`intera giunta regionale. Per altri sette assessori finiti sul registro degli indagati, la Procura nei giorni scorsi ha avanzato richiesta di archiviazione.
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