Ultimo aggiornamento alle 23:30
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

I sette indizi contro Francesco Furchì

«Contro Francesco Furchì, ci sono elementi indiziari oggettivi che consentono il superamento della soglia di gravità richiesta dalla regola processuale» per trattenere l`indagato in carcere. È quan…

Pubblicato il: 04/02/2013 – 17:34
I sette indizi contro Francesco Furchì

«Contro Francesco Furchì, ci sono elementi indiziari oggettivi che consentono il superamento della soglia di gravità richiesta dalla regola processuale» per trattenere l`indagato in carcere. È quanto sostiene il gip di Torino, Massimo Scarabello, nell`ordinanza con cui ha convalidato il fermo e applicato la misura cautelare in carcere per il cinquantenne di Ricadi ritenuto l`autore dell`agguato contro il consigliere comunale di Torino, Alberto Musy, in coma dal 21 marzo scorso. Per il giudice l`indagato «sarebbe incline alla violenza. Spesso minaccia anche gravemente chi egli consideri l`avversario del momento, chi gli nega il favore o appaia come l`autore di qualche torto ai suoi danni». Esiste anche il pericolo di fuga, visto che Furchì avrebbe «manifestato il proposito di allontanarsi e andare a vivere all`estero». Importanti, secondo il gip, anche i contatti dell`indagato con «ambienti che possono concretamente favorire la volontà di Furchì di far perdere le proprie tracce».

GLI INDIZI Sette sono gli elementi indiziari che a parere del giudice Scarabello confermerebbero il quadro accusatorio. Il primo dato è relativo alla presenza di Furchì nel centro città poco prima che venisse compiuto l`agguato. Altro elemento riguarda il telefono cellulare dell`indagato che «in quel lasso di tempo era spento o volontariamente reso non raggiungibile». Terzo dato richiamato dal gip è «l`assenza di spiegazioni alternative plausibili circa le attività di Furchì fra le 7.30 e le 10». Il quarto indizio riguarda un particolare riferito dai traslocatori che quella mattina stavano svuotando gli uffici dell`associazione di cui Furchì è presidente. Secondo i due uomini l`indagato «aveva con sé una borsa o un sacchetto». È plausibile, scrive il gip, che «Furchì avesse in quella borsa parte del materiale necessario per realizzare il proposito criminoso». Altro punto ritenuto importante dal giudice è l`utilizzo dello scooter. Solo questo mezzo «avrebbe consentito all`indagato di muoversi agevolmente nel centro cittadino e svolgere il compito che aveva programmato». A carico di Furchì c`è poi la comparazione «fra le caratteristiche morfologiche dell`attentatore e quelle di Furchì». Secondo gli esperti ci sarebbe «una coincidenza tra le due figure, analizzate sotto diversi parametri, in percentuale sempre superiore al 90%, talvolta sino al 99%». Settimo è ultimo dato richiamato dal giudice riguarda proprio le dichiarazioni rese da Furchì al pm. Innanzitutto l`indagato aveva sostenuto di essersi recato in città con i mezzi pubblici non avendo potuto utilizzare lo scooter poiché privo di assicurazione. Gli accertamenti eseguiti hanno mostrato che per ben 4 anni Furchì era stato privo di copertura assicurativa, «ma ciò non gli ha impedito di utilizzare lo scooter abitualmente». Inoltre i tracciati gps dei mezzi pubblici torinesi intrecciati con quelli del cellulare di Furchì dimostrerebbero che l`indagato non avrebbe mai preso un autobus quella mattina.

IL MOVENTE Tre sarebbero i motivi di risentimento che secondo il gip avrebbero portato Furchì a puntare la pistola contro il consigliere comunale Musy. Innanzitutto la politica. L`indagato era convinto, secondo quanto finora costruito, di essere candidato come capolista nella lista di Musy “Alleanza per la città”. Alla fine gli venne preferito un altro candidato e Furchì, raccontano alcuni testimoni, «se ne andò sbattendo la porta». Per il gip non è da sottovalutare la delusione per aver «visto sfumare la possibilità di affacciarsi al mondo politico cittadino». Altra vicenda richiamata nell`ordinanza è quella relativa alla mancata sponsorizzazione di Biagio Andò, figlio dell`ex ministro Salvo, per un posto di professore all`università di Palermo. Musy era in commissione, ma non avrebbe votato per Andò. Furchì, appreso quanto avvenuto, secondo un teste, si arrabbiò moltissimo tanto da diventare «assai sgradevole e furibondo». Infine l`affare Arenaways. L`indagato aveva chiesto al consigliere comunale di aiutarlo a trovare dei finanziatori disposti a rilevare la compagnia ferroviaria. E in effetti Musy si interessò contattando la società di trasporti tedesca “Arriva”. Nonostante i tentativi di Furchì l`affare non andò in porto.
In queste tre circostanze, sintetizza il giudice, «Musy, per un motivo o per un altro frustra le aspettative di Furchì». «Se a ciò si aggiunge che Furchì nei periodi immediatamente precedente e successivo al giorno dell`attentato versava in condizioni emotive particolari, senza dubbio alterate dalle frustrazioni vissute in quei giorni, è assai ragionevole concludere nel senso che possa essersi consolidato, in capo a quel soggetto, che già provava rancori più o meni espressi nei confronti di Musy, il proposito criminoso, attuato concretamente il 21 marzo 2012».
La disamina del gip torinese si conclude con un invito alla Procura per chiarire alcuni importanti aspetti della ricostruzione: «Debbono evidentemente essere effettuate delle nuove indagini. Occorre che trovino ulteriore supporto scientifico, mediante gli idonei strumenti, le valutazioni e le comparazioni già svolte nella forma della consulenza tecnica. Devono essere precisati alcuni particolari e deve essere fatta luce su circostanze che ancora non trovano spiegazione, a esempio il percorso di quella mattina, l`esistenza o meno di complici, il motivo della scelta di quel particolare giorno per l`attentato».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x