REGGIO CALABRIA Quarantatré arresti per traffico internazionale di cocaina, tre dei quali eseguiti a Barcellona su mandato di arresto europeo. È scattata all`alba l`operazione “Cicala” della Dda di Reggio Calabria. Il Goa di Catanzaro della guarda di finanza ha scardinato la holding delle cosche della Locride impegnate in un traffico di droga che viaggiava sull`asse Sudamerica, Spagna e Italia. Si tratta di un narcotraffico internazionale che vedeva consorziate alcune fra le più agguerrite cosche della `ndrangheta. Gli arresti hanno interessato la Calabria e Lombardia. Oltre due anni di indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dai sostituto Miranda (trasferita da poco a Napoli) e Sirleo, su un`organizzazione il cui principale esponente era Pasquale Cicala, vicino alla cosca Pesce e Bellocco e già coinvolto nell`operazione “Crimine”.
Nel corso della conferenza stampa, tenuta stamattina in Procura a Reggio, gli inquirenti hanno sottolineato l`importanza dell`operazione, che si è avvalsa del fondamentale ruolo di coordinamento a livello internazionale della Direzione centrale per i servizi antidroga. Nel corso dell`indagine, inoltre, sono stati sequestrati rilevanti carichi di stupefacente: oltre 41 chili di cocaina e 286 chili di hashish. Oltre a Pasquale Cicala, sicuramente elemento apicale del sodalizio criminale, sono emerse numerose figure di primo piano della `ndrangheta calabrese e di persone legate alle cosche ma da tempo trapiantate nell`hinterland milanese. I contatti con le `ndrine calabresi avvenivano grazie agli stretti rapporti che Pasquale Cicala aveva sia con un affiliato alla cosca D`Agostino di Siderno che con due esponenti della famiglia mafiosa Jerinò di Gioiosa Jonica.
«La guardia di finanza ha dimostrato grande professionalità – ha affermato il procuratore Ottavio Sferlazza –. Leggendo l`ordinanza di custodia cautelare si comprende come l`inchiesta poggia le sue basi sulle intercettazioni telefoniche e ambientali». «Il Goa della guardia di finanza – ha aggiunto Gratteri – è la migliore struttura investigativa antidroga. Per l`ennesima volta ha dimostrato di avere qualcosa in più. In quest`indagine non ci sono collaboratori di giustizia. Abbiamo sempre lavorato migliorando la tecnica investigativa e l`informatica. La misura cautelare è stata scritta dal pm Miranda che da poco è stata trasferita a Napoli. Il suo posto l`ha preso il collega Sirleo che è un ottimo magistrato. Posso dire che il gruppo con cui lavoro, e del quale fanno parte anche i sostituti De Bernardo e Tedesco, è molto affiatato e sta facendo un`indagine più bella dell`altra. Ritornando all`operazione “Cicala” notiamo che i narcotrafficanti si stanno spostando sempre più nella parte meridionale del Sudamerica. La realtà è che sono prevalentemente le famiglie mafiose della provincia di Reggio a gestire gran parte del traffico di droga nel territorio nazionale. Con quest`operazione abbiamo un`ulteriore conferma che, per i trafficanti della `ndrangheta, è importante avere un appoggio operativo in Spagna dove purtroppo, come in altri Paesi d`Europa, c`è una legislazione non proporzionale rispetto all`operatività dei narcotrafficanti». Come in altre nostre inchieste – ha sottolineato infine l`aggiunto Gratteri – «ci sono contatti tra la `ndrangheta e la camorra. Questo è normale». Per quanto riguarda l`attività investigativa, è emerso che grazie alla conoscenza diretta di alcuni narcotrafficanti e alle ingenti somme di denaro messe a disposizione dalle cosche calabresi, Pasquale Cicala era in grado di procacciarsi ingenti quantitativi di cocaina e hashish destinati sia al mercato del nord Italia che alle forniture dirette in Calabria. La cocaina veniva reperita tramite il broker di Guglielmo Di Giovine, genero di Cicala e da tempo residente a Barcellona. Di Giovine, ritenuto affiliato all`omonima cosca legata ai Serraino, si avvaleva della collaborazione di un altro emigrato in Spagna e di una cittadina colombiana intima amica della sorella di Pasquale Cicala e della moglie di Guglielmo. La droga arrivava in Italia nascosta dentro i camion. Uno dei principali emissari di Pasquale Cicala era Sergio Carretta, grande amico del rosarnese Rocco Ascone (arrestato nelle operazioni “Imelda”), ritenuto capo del locale di Bollate, in provincia di Milano.
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