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Processo Fallara, dubbi sui mandati di pagamento

REGGIO CALABRIA Un non meglio specificato impegno politico-istituzionale, addotto dal presidente della Provincia Giuseppe Raffa, nel giorno in cui era atteso come testimone al processo Fallara, ha …

Pubblicato il: 13/02/2013 – 17:24
Processo Fallara, dubbi sui mandati di pagamento

REGGIO CALABRIA Un non meglio specificato impegno politico-istituzionale, addotto dal presidente della Provincia Giuseppe Raffa, nel giorno in cui era atteso come testimone al processo Fallara, ha azzoppato l’udienza che il Tribunale aveva riservato fondamentalmente alle sue dichiarazioni. Con una stringata lettera consegnata in mattinata, Raffa ha fatto sapere che non sarebbe stato presente a causa di un impedimento che il collegio di giudici presieduto da Olga Tarsia  ha ritenuto tutt’altro che legittimo, comminando al testimone un`ammenda di 450 euro. E la prossima volta – ha annunciato gelida la presidente – in caso di ingiustificata assenza si disporrà l’accompagnamento coatto di Raffa.
Al suo posto, sul banco dei testimoni al processo che vede imputati l’ex sindaco e oggi governatore Giuseppe Scopelliti e i tre revisori dei conti di Palazzo San Giorgio, si sono avvicendati l’ex segretario comunale Giuseppe Nicita e la dirigente dell’Ufficio legale, Fedora Squillaci. A entrambi Giuseppe Raffa, in qualità di sindaco facente funzioni, aveva chiesto un formale parere sulla liceità dei mandati di pagamento con cui Orsola Fallara, l’ex dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio Calabria morta suicida il 17 dicembre del 2010, si era autoliquidata quasi un milione di euro per aver assunto la difesa dell’ente di fronte alla commissione tributaria. Un quesito cui entrambi avevano risposto un “no” rotondo che oggi in aula sono stati chiamati ad argomentare. «Ai dirigenti –  ha affermato Nicita – oltre al compenso pattuito, non può essere liquidato null’altro, l’unica facoltà che la legge riserva loro è quella di rifiutare l’incarico. Il ministero e il Consiglio di Stato sono stati molto chiari su questo».  E nonostante il tentativo del legale di Scopelliti, Aldo Labate, di incalzarlo proprio su questo punto, l’ex segretario comunale è cristallino: «Al dirigente può essere chiesto di svolgere qualsiasi incarico ma senza alcun trattamento economico aggiuntivo, perché qualsiasi incarico è riconducibile al principio di onnicomprensività».  

L’OSSERVATORIO PRIVILEGIATO DELL`UFFICIO LEGALE Ancor più chiara e dettagliata sul punto è Fedora Squillaci, la dirigente dal cui ufficio venivano smistate tutte le pratiche riguardanti i contenziosi di Palazzo San Giorgio. Prima che i commissari prefettizi rimettessero ordine e ricostituissero l’Avvocatura civica, era il suo ufficio a inviare le pratiche che non potevano essere gestite dai funzionari allo staff del sindaco per la selezione di un professionista esterno cui affidarlo. «L’atto era compilato dal mio ufficio, ma la scelta del difensore era sempre appannaggio del sindaco», ha detto la Squillaci, sottolineando però che «se la pratica era gestita da un settore andava direttamente all’ufficio staff». Una regola che avrebbe dovuto valere anche per quelle cause di fronte alla Commissione tributaria, divenute dal 2008 al 2010 appannaggio esclusivo della Fallara. Pratiche di cui la Squillaci sarebbe venuta a conoscenza solo dopo l’insediamento del sindaco facente funzioni Raffa. «Ricordo perfettamente che quattro o cinque giorni prima della conferenza stampa dell’avvocato Naccari, Raffa mi convocò e mi fece vedere una stampa del sistema che hanno all’Ufficio finanze. Era un mandato di pagamento per la Fallara». Precisa, puntigliosa, la Squillaci sembra ricordare perfettamente quel giorno e quella conversazione durante la quale Raffa le avrebbe espresso tutti i suoi dubbi sulla legittimità di quei pagamenti, che la Fallara rivendicava invece come assolutamente leciti. Dubbi in ragione dei quali sarà proprio Raffa a chiedere alla dirigente dell’Ufficio legale, di approfondire la questione. «Passai la notte al computer a studiare, anche perché ero molto scossa. Non erano quelle le procedure e non erano quelli importi possibili». E per la Squillaci, da oltre un decennio ingranaggio fondamentale della macchina amministrativa di Palazzo San Giorgio, è facile fare un esempio che mostri in maniera plastica al Tribunale e alle parti quanto paradossale fosse per lei la situazione.  «Durante l’amministrazione Falcomatà, – ha evidenziato in aula – per un periodo avevamo gestito noi i contenziosi con la commissione tributaria. Ad esempio, una delle cause più importanti, quella con l’Aterp era stata seguita in primo grado da una delle nostre dipendenti, l’avvocato Carbone, senza ricevere nessun altro compenso se non lo stipendio. Il secondo grado lo aveva fatto la Fallara. C’era un mandato di pagamento proprio per questo».

LE IRREGOLARITA` DEI MANDATI DI PAGAMENTO Mandati che la dirigente avrà in seguito modo di approfondire perché sarà addirittura la Fallara a citare in giudizio l’Ente in sede civile, rivendicando la legittimità dei pagamenti. E sarà la Squillaci, almeno in una prima fase, a doversi sobbarcare l’onere di rintracciare la relativa documentazione  facendo un accesso agli atti della commissione tributaria. Come già affermato da altri testimoni – lascia intendere – certe pratiche al Comune erano blindate da segreto. Quando riuscirà finalmente a esaminare quelle carte, alla Squillaci salteranno immediatamente agli occhi almeno quattro manifeste irregolarità: «Non c’era congruità – spiega la dirigente – fra compenso e contenzioso, erano incarichi e dovevano essere deleghe,  alcune ordinanze dovevano essere liquidate ai minimi tariffari, dietro presentazione di parcella, ma di quest’ultima non c’è traccia». Ma saranno soprattutto le modalità di elaborazione e liquidazione dell’atto a farla saltare dalla sedia, «la stessa dirigente si dava l’incarico, redigeva i mandati e se li liquidava». Procedure di cui l’Ufficio legale, spiega in aula la Squillaci, non ha mai avuto cognizione perché nonostante il normale iter prevedesse che tutte le nomine, dopo l’assegnazione ricevuta dal sindaco, dovessero tornare dall’ufficio staff a quello degli Affari legali perché ne venisse attestata la regolarità, i mandati di pagamento della Fallara sulle scrivanie dei legali del Comune non sono mai arrivati. «Ho sentito che lei portava direttamente gli atti al sindaco per la firma, ma non ho elementi per confermarlo», dice la Squillaci, ammettendo però  l’esistenza di un legame amicale molto stretto fra l’allora sindaco Scopelliti e la ex dirigente del settore Bilancio: «Mi risulta che andassero anche in vacanza insieme».

«IN DIECI ANNI HO PARLATO CON IL SINDACO DUE VOLTE» Una vicinanza e confidenza che – stando a quanto affermato oggi in aula dalla Squillaci – nessun dirigente aveva con l’allora primo cittadino, circondato da un ufficio staff che per lui filtrava istanze, richieste e solleciti. «Con il sindaco Scopelliti, nonostante avesse mantenuto la delega ai contenziosi, in dieci anni non ci ho mai parlato direttamente se non per due cause. I miei referenti erano l’avvocato Barrile – prima come consulente giuridico del sindaco, poi come direttore generale – l’avvocato Arillotta – subentrato nel periodo del secondo mandato di Scopelliti al governo della città – e il capo di gabinetto, Franco Zoccali». Un nome, quest`ultimo, che torna anche nella deposizione di Nicita, secondo il quale «gli incarichi della dottoressa Fallara non passavano dalla segreteria generale, ma dal capo di gabinetto». Parole che sembrano sostenere l’ipotesi accusatoria secondo cui lo strapotere della Fallara si dovesse anche ai rapporti privilegiati che la legavano all’allora sindaco, il quale –  stando a quanto affermato da diversi testimoni nelle precedenti udienze – proprio insieme all’ex dirigente del settore Finanze e al city manager Zoccali, avrebbe tenuto in pugno il Comune.

LE DIFFICOLTA` FINANZIARIE DI PALAZZO SAN GIORGIO Ed è all’ombra di questo “triumvirato” che nel 2008 inizieranno ad affiorare le difficoltà finanziarie dell`ente.  In consiglio comunale, cominciano le battaglie sul bilancio: «Al mo
mento dell`approvazione del bilancio – ricorda l’ex segretario comunale Nicita – venivano evidenziate discrasie nella formulazione, una grande mole di residui, problemi di natura finanziaria, ma anche per debiti e residui attivi. Ogni volta interveniva la dottoressa Fallara per assicurare che era tutto in ordine». Ma i problemi non erano manifesti solo nelle denunce dell’opposizione. «Nel 2008 iniziavamo ad avvertire difficoltà, ma dal 2009-2010 iniziano a esserci seri problemi» dice la Squillaci, che sul punto gode di un osservatorio privilegiato: è al suo ufficio che vengono notificate procedure esecutive e decreti ingiuntivi. «Al Comune di Reggio non esistevano, iniziano ad arrivare nel 2008». Istanze di immediato pagamento di tutti gli importi, «banali», dice la dirigente, come «estremamente onerosi».  Alcuni, ben documentati, ricorda la Squillaci, dicevano che «i soldi erano stati stanziati dalla Cassa depositi e prestiti, ma non erano stati corrisposti ai creditori». Valanghe di carte  che puntualmente, «il mio ufficio notificava al settore Finanze, al sindaco, al segretario generale, all’assessore alle Finanze, al dirigente di settore. Erano notifiche a tappeto», sottolinea la dirigente ancora una volta precisa, dettagliata e prolissa nel rispondere al pm Sara Ombra. Ma quando la pubblica accusa le chiede quale sia stata la risposta ricevuta, la Squillaci si limita a dire: «Nessuna».

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