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Il Dea apre ma restano tanti interrogativi

COSENZA Con uno sforzo organizzativo imponente, per tappare ogni eventuale falla, il Dea è partito. Il Dipartimento accettazione emergenze dell’Annunziata oggi ha aperto le porte ai pazienti, ma mo…

Pubblicato il: 21/02/2013 – 17:17
Il Dea apre ma restano tanti interrogativi

COSENZA Con uno sforzo organizzativo imponente, per tappare ogni eventuale falla, il Dea è partito. Il Dipartimento accettazione emergenze dell’Annunziata oggi ha aperto le porte ai pazienti, ma moltissime sono ancora le perplessità circa la tempistica adottata e il dubbio che dietro la scelta ci sia una nemmeno troppo celata azione elettoralistica. Nei giorni scorsi l’Azienda sanitaria aveva predisposto, prima in modo informale e poi finalmente in maniera ufficiale, lo spostamento di importanti risorse professionali presso il nascente reparto, che nell’immediato dovrebbe già sostituire il vecchio Pronto soccorso. Per rendere operativa l’attività del reparto, che Scopelliti aveva inaugurato alcuni giorni fa, quando ancora dentro mancava gran parte delle suppellettili, si è precettato il personale medico e in particolare chirurghi e rianimatori. Per questo si è proceduto d’imperio alla chiusura del Day surgey di Rogliano, con il trasferimento presso l’ospedale di Cosenza di molti specialisti. La conseguenza non irrilevante è stata la sospensione delle attività della struttura del Savuto e i disagi dei molti pazienti che pur avendo prenotato gli interventi e pagato i ticket, si sono visti mandare a casa. Una situazione che per rientrare nella normalità ha dovuto vedere l’intervento della Procura che su denuncia dei pazienti ha ordinato la riapertura dei servizi di Rogliano.

LE POLEMICHE PER IL PERSONALE Questo ha messo in crisi i piani di quanti volevano a tutti i costi far decollare il Dea di Cosenza, costringendo i medici ad affrontare turni massacranti. «Quello che ho visto in questi giorni è quanto di più somigliante a una emergenza di tipo ambientale», dice Rodolfo Gualtieri, delegato della Cisl. Il medico si riferisce allo sforzo organizzativo e alle disposizioni prese in massima urgenza nello spostare le professionalità di più grande necessità. Intanto i primari interessati, sia pure in modo indiretto all’apertura forzata del Dea, hanno dovuto sguarnire i propri reparti, prestando rianimatori e cardiologi alla nascente struttura, con chiaro svantaggio del funzionamento dei settori cui normalmente prestavano servizio. Inoltre la presenza di questi medici, in turni aggiuntivi di lavoro di 12 ore, ha un costo notevole per le casse dell’Azienda ospedaliera, visto che ogni ora di lavoro di un medico costa circa 480 euro lorde.
Ma che la partenza del Dea sia a velocità ridotta lo racconta ancora Gualtieri, che spiega che un reparto Dea dovrebbe avere al suo interno una radiologia d’urgenza, un apparecchio per la tac e uno per la risonanza magnetica, oltre che la capacità di intervenire tempestivamente in campo di chirurgia pediatrica, «sforzo che è ancora sulle spalle dei colleghi dei normali reparti». Invece alle due del pomeriggio di domenica ancora i camion scaricavano letti e attrezzature. Nei giorni immediatamente successivi all’inaugurazione del reparto, quegli spazi sono rimasti militarizzati e visitarli è stato impossibile, pure ai consiglieri regionali Guccione e Laratta. Cosa che assume una maggiore gravità perché a due rappresentanti dell’ente che sostiene le spese della sanità non è stata data la possibilità di verificare la reale agibilità della struttura. Lo spostamento e l’intempestiva apertura del Dea hanno avuto altre conseguenze non immediatamente percepibili. Infatti almeno un medico rianimatore presente nel reparto di chirurgia posto di fianco al vecchio pronto soccorso si è dovuto spostare presso la nuova struttura, distante parecchio. Prima per un intervento d’urgenza bastavano poche decine di passi, ora si deve sguarnire un reparto delicato. Proprio in queste ore le sigle sindacali dei medici dell’Annunziata hanno approvato un documento severo sulla scelta di aprire il Dea in modo così frettoloso.

I QUESITI DEI MEDICI Alcune delle domande che i medici pongono ai vertici dell’Azienda ospedaliera sono esattamente quelle che pongono molti cittadini. Per esempio se la struttura sia del tutto pronta, se gli ambienti abbiano superato i collaudi, se i protocolli di pronto intervento siano stati approntati e se siano state valutate tutte le evenienze in modo tale da ridurre il verificarsi di eventi avversi per i pazienti. Queste domande, che sono poste dentro il documento dei medici, sono del tutto ragionevoli, «vista la furia con cui è stato chiuso il Day surgey di Rogliano e il notevole impegno di somme per la copertura finanziaria che riguarda tutta l’operazione, compresi i lavori straordinari, i turni aggiuntivi di lavoro». Intanto un giro dentro al struttura nuovissima può risultare illuminante. A parte una lunga striscia rossa nel corridoio che conduce al Dea, manca ogni forma di cartellonistica e pure i reparti sono semplicemente indicati con scarni cartelli rossi, per cui a un primo sguardo risulta indistinguibile la porta  che è davanti la stanza dove è posto il quadro elettrico da quella che invece apre il reparto destinato al codice rosso. Dentro quelle stanze i medici con un carico di lavoro massacrante fanno del loro meglio, qualcuno ai vertici della sanità cosentina sarà fiero di aver portato a compimento una missione che potrebbe portare qualche voto, mentre nella sala di attesa i parenti dei ricoverati ripetono l’antico lamento: chi ha qualche santo i Paradiso entra, gli altri aspettano che la guardia giurata dia qualche informazione.

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