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"Cosa mia 4", 20 anni di reclusione per Carmelo Gallico

REGGIO CALABRIA Non sono bastate le proteste e le minacce pronunciate questa mattina in videoconferenza dal carcere in cui è recluso per evitare al boss Carmelo Gallico una condanna durissima: il gup…

Pubblicato il: 07/03/2013 – 17:26
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"Cosa mia 4", 20 anni di reclusione per Carmelo Gallico

REGGIO CALABRIA Non sono bastate le proteste e le minacce pronunciate questa mattina in videoconferenza dal carcere in cui è recluso per evitare al boss Carmelo Gallico una condanna durissima: il gup Palermo gli ha inflitto infatti 20 anni di reclusione per associazione a delinquere di tipo mafioso e intestazione fittizia dei beni. Una pena solo di sei anni inferiore a quella richiesta dai pm della Dda di Reggio Calabria, Giovanni Musarò e Roberto Di Palma.
Condanne sono arrivate anche per Domenico e Carmelo Gallico, condannati a sei anni di reclusione, come richiesto dai pm, e Teresa Gallico, che dovrà scontare quattro anni a fronte dei 5 anni e 4 mesi richiesti dalla pubblica accusa.
Una sentenza che conferma l`impianto accusatorio spiegato in dettaglio dai due sotituti procuratori nel corso di una lunghissima requisitoria, durante la quale Musarò ha tratteggiato la figura di Carmelo Gallico quale elemento apicale dell`omonimo clan, mentre Di Palma si è occupato di spiegare il raffinato castello finanziario dietro cui il clan aveva tentato di mascherare il proprio patrimonio anche grazie all`essenziale apporto dell`avvocato Vincenzo Minasi, che a differenza dei quattro imputati ha scelto il rito ordinario.
Già in carcere per i rapporti più che cordiali che intratteneva con la famiglia di `ndrangheta dei Valle-Lampada, Minasi non era solo il legale di riferimento della cosca Gallico, ma il vero «consigliori della cosca, gestendone gli interessi economici e fornendo consulenze in materia finanziaria e intermediazione immobiliare». Secondo l`accusa, era lui a mettere i patrimoni del clan al riparo dalle “attenzioni” di investigatori ed inquirenti tramite società di comodo intestate a prestanome, in Italia, ma soprattutto negli Stati Uniti e in Svizzera.
Manovre per le quali i pm hanno chiesto e ottenuto pene pesantissime per i quattro imputati dell`abbreviato del procedimento Cosa Mia 4, ennesimo stralcio dell`omonima inchiesta, che negli anni ha fatto luce non solo sulla cosca Gallico e i suoi interessi criminali, ma anche sulle infiltrazioni dei clan nei cantieri della Salerno-Reggio Calabria.

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