Lombardo: «Mi dispiace sacrificare ulteriormente la mia famiglia»
REGGIO CALABRIA «Chi non conosce la verità è uno sciocco ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente». Ha citato un aforisma del drammaturgo tedesco Bertold Brecht per descrivere il propr…

REGGIO CALABRIA «Chi non conosce la verità è uno sciocco ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente». Ha citato un aforisma del drammaturgo tedesco Bertold Brecht per descrivere il proprio stato d`animo dopo l`ennesima intimidazione il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo. Il magistrato non ha voluto aggiungere altro. Sulla scrivania del suo ufficio, al sesto piano del Centro direzionale dove ha sede la Dda, ci sono i fascicoli della decina di processi che sta conducendo: “Meta” contro esponenti egregari delle cosche De Stefano, Condello, Tegano, Libri, Imerti; “Bellu lavuru” sulla cosca Morabito di Africo; “Archiastrea” sulla cosca Tegano e la vicenda della Multiservizi, la società mista del Comune di Reggio sciolta per infiltrazione mafiosa; “Reggio nord” sui fiancheggiatori del boss Domenico Condello, catturato dai carabinieri alcuni mesi fa dopo 20 anni di latitanza; “Epilogo” sulla cosca Serraino e i collegamenti con gli attentati agli uffici della Procura generale e all`abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro; “Aghatos” sulla cosca Tegano.
Oltre a processi, Lombardo è titolare di inchieste sugli “affari” della `ndrangheta in Lombardia con migliaia di documenti, intercettazioni telefoniche, rapporti bancari, bilanci di società, testimonianzeda verificare. Un lavoro condotto in solitudine da Lombardo, che, fino ad ora, non è stato affiancato da altri magistrati. Tale situazione ha infatti indotto, la settimana scorsa, i presidenti delle sezioni penali del Tribunale di Reggio Calabria a riunirsi per concordare con lo stesso Lombardo le date utili dei dibattimenti. Il 21 febbraio scorso, infatti, il pm, alla stessa ora, avrebbe dovuto presenziare a tre udienze diverse.
«L`unica cosa che mi provoca amarezza – ha detto Lombardo – è dovere sacrificare ulteriormente i miei affetti privati, la mia famiglia. Per il resto, conosco i miei doveri e continuerò ad agire di conseguenza».
PACCO BOMBA PER IL MAGISTRATO DA SEMPRE NEL MIRINO
Non è la prima volta che il magistrato calabrese è il destinatario dei sinistri messaggi mafiosi. In questo caso l`intimidazione a Lombardo si è materializzata con un pacco diretto a lui contenente della polvere da sparo, che è stato intercettato al centro di smistamento postale di Reggio Calabria. All`interno è stato trovato un biglietto con su scritto: «Se non la smetti ci sono pronti altri 200 chili».
Per gli inquirenti non ci sono dubbi che si tratti di una chiara minaccia all`indirizzo di uno dei giudici più esposti nella battaglia antimafia e, anche, nell`impegno per spezzare le trame occulte tra `ndrangheta, massoneria e politica. Un magistrato che, tra l`altro, sta conducendo le indagini su uno dei filoni giudiziari che vedono coinvolto l`ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito. Già nel 2011 fu intercettato un altro plico a lui diretto con dentro un proiettile.