REGGIO CALABRIA Il presidente del Tribunale Silvana Grasso ha rigettato tutte le richieste presentate dagli avvocati Giacomo Iaria e Luca Cianferoni che, nel processo “Epilogo” contro la cosca Serraino, volevano che venissero sentiti il presidente della commissione parlamentare Antimafia Beppe Pisanu, il presidente del Copasir Massimo D’Alema, il maggiore dei carabinieri Gianluca Vitagliano, l’ex capo della Mobile Renato Cortese, il commercialista Giovanni Zumbo (condannato recentemente a 16 anni e 8 mesi di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa) e l’appuntato dei carabinieri Roberto Roccella. I due legali, nel presentare la richiesta, avevano sostenuto che il loro assistito, Maurizio Cortese, sarebbe stato incastrato, una vittima di un gioco molto più grande di lui, il “parafulmine” di una vicenda «condizionata da un problema evidente di contaminazione istituzionale». Il riferimento è alla vicenda delle bombe alla Procura generale e al magistrato Salvatore Di Landro. Una vicenda che ha visto, in un primo momento, concentrare le attenzioni degli inquirenti su alcuni personaggi legati alla cosca Serraino.
Ritornando all`udienza di oggi, il presidente del Tribunale Grasso e il pubblico ministero Giuseppe Lombardo hanno sentito il colonnello Carlo Pieroni che ha riferito circa un`informativa del Nucleo investigativo all`interno della quale c`era un errore su quale data. Il Tribunale, infine, ha disposto l`interrogatorio in aula dei collaboratori Domenico Festa e Antonino Rodà.
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