Gli “amici degli amici” in riva allo Stretto sono in fibrillazione da quando Giuseppe Greco ha chiesto e ottenuto un colloquio, “senza l’avvocato”, con il sostituto procuratore della Dda Giuseppe Lombardo, quello che lui ritiene essere un magistrato di cui fidarsi. Ma cosa avrà detto il boss di Calanna? In queste ore se lo chiedono in tanti e per ragioni spesso contrapposte. Se lo chiedono gli uomini della ’ndrangheta e i loro sodali con cappuccio e grembiulino. Tremano, sapendo che se Peppe Greco andrà avanti, sarà il primo caso di un collaboratore di giustizia direttamente “gestito” dal temuto magistrato della Dda reggina. Forse è propria questa la chiave di lettura da dare al pacco bomba spedito al pm dell`Antimafia reggina. I clan e non solo ben conoscono la caratura di Peppe Greco, l’ultimo discendente di un casato cresciuto custodendo i segreti inconfessabili che legano mafia e politica, una cosca capace di svolgere un ruolo di primissimo piano e nel contempo di restare al riparo dei riflettori della cronaca giudiziaria.
Il servizio completo “Una cantata da brivido”, a firma del direttore Paolo Pollichieni, è pubblicato sul numero 91 del Corriere della Calabria in edicola fino al 21 marzo 2013.
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