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Cosenza, il business dell`ospitalità e l`accoglienza a costo zero

COSENZA I capannoni dell’area ex ferrovie di Cosenza sono il capolinea di una umanità in cerca di un posto dove riposare e mangiare. Fierarammersa è appena cominciata, ma i locali che devono ospita…

Pubblicato il: 15/03/2013 – 20:16
Cosenza, il business dell`ospitalità e l`accoglienza a costo zero

COSENZA I capannoni dell’area ex ferrovie di Cosenza sono il capolinea di una umanità in cerca di un posto dove riposare e mangiare. Fierarammersa è appena cominciata, ma i locali che devono ospitare i migranti, che a centinaia sono giunti in città per la Fiera di San Giuseppe, non sono ancora del tutto pronti. I volontari del Rialzo lavorano freneticamente per renderli rapidamente agibili, perché la notte incombe e sono moltissimi quelli che trasportando le loro mercanzie sulle spalle aspettano. Intanto in un altro locale si discute sul business costruito sull’emergenza nord Africa.
Francesco Caruso parla alla platea e contemporaneamente a tutta la città, perché le sue parole viaggiano sulle frequenze di Radio Ciroma, che trasmette il dibattito in diretta. La parola magica, quella capace di chiamare fiumi di denaro, è quella dell’emergenza. Attorno a essa, anche in Calabria, si è costruito un grande affare fondato sulla solidarietà. La cifra complessiva stanziata per affrontare la situazione che si era venuta a creare come conseguenza della primavera araba, è di un miliardo e trecento milioni. Quanta parte di questa enorme ricchezza è arrivata in Calabria? Fare i conti non è facile. Si tratta di 46 euro a migrante, da moltiplicare per poco più di novecento persone, per undici mesi. Siamo nell’ordine di decine di milioni di euro. A gestire questa miniera, è stata la Protezione civile, che godendo della condizione di emergenza ha potuto fare a meno di affrontare le lungaggini relative ad appalti e verifiche. In questo modo alcune cooperative sono diventate affidatarie della gestione dell’emergenza. Il racconto di Giusi Mazzullo, volontaria presso il Cara di Rogliano è straordinario per efficacia. «Lì erano ospitati 160 migranti, prevalentemente uomini, provenienti dal Ghana, dall’Etiopia, dalla Somalia. Erano i sopravvissuti all’avaria del barcone che li portava dalla costa della Libia in Italia, avevano affrontato giorni drammatici», racconta la volontaria che senza una ragione fu allontanata dall’albergo dove erano ospitati i migranti. La ragazza racconta delle proteste che certe volte si sollevavano da parte dei migranti chiedenti asilo, per via del freddo che faceva la notte o per la qualità del cibo e delle minacce cui venivano sottoposti da chi gestiva la loro presenza in Calabria, vista la vulnerabilità della loro condizione. Dentro questa situazione si sono mossi come squali i «predatori della solidarietà», come li chiama Caruso, indicando quegli imprenditori che avevano fiutato l’affare dietro la tragedia. Tutt’attorno intanto cresce lo sforzo per dare accoglienza dignitosa ai moltissimi che non hanno nulla se non le mercanzie che portano con fatica. Una mobilitazione in grado di dare ospitalità a costo zero, e che si contrappone come modello all’ospitalità vista come business. Il dibattito prosegue, mentre da fuori arrivano profumi speziati di cibi di un altro mondo.

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