La politica riconosca i suoi limiti nella gestione della sanità
Ieri in consiglio regionale è stato approvato il provvedimento sui precari della sanità che, tuttavia, non ha l’utilità che mi auguravo e rispetto al quale ritengo sia stato un errore non approvare l…

Ieri in consiglio regionale è stato approvato il provvedimento sui precari della sanità che, tuttavia, non ha l’utilità che mi auguravo e rispetto al quale ritengo sia stato un errore non approvare l`inserimento del comma da me proposto. Quest’ultimo avrebbe dato alla Regione la possibilità di indirizzare e controllare nel modo migliore il processo previsto dalla norma e, quindi, non lasciarlo alla discrezionalità dei singoli enti territoriali senza un coordinamento formale e finanziario. Allo stesso modo, ritengo che sarebbe stato più trasparente presentarsi in aula con un parere dell`ufficio legislativo su tutti i testi proposti. E tuttavia, vorrei proporre in questa sede alcune considerazioni di più ampia portata, andando oltre le specifiche analisi che hanno già visto un ampio dibattito in aula.
Spesso chi ha ruoli politici commette un grave errore: è quello di immaginare che la Politica non abbia limiti, che possa intervenire e, troppo spesso, interferire su tutto. Ecco, si potrebbe affermare che il limite della Politica è proprio quello di non sapersi dare dei limiti, con un’arroganza tale che, in comparti specifici della società come quello sanitario, è insopportabile per i cittadini.
La sanità è un ambito in cui la politica supera ogni limite e strumentalizza ogni atto che, invece, andrebbe lasciato alla responsabilità dei tecnici.
In tal senso, tutte le parti hanno piena responsabilità ed è quindi ancor più fastidioso assistere a tentativi goffi, quanto inutili, di cercare di dimostrare di avere meno responsabilità degli avversari.
La maggioranza che gestisce l`indirizzo di governo tende ad occupare ogni interstizio, anche il più piccolo, del potere predisponendo nomine di responsabilità a scapito della qualità del servizio per essere certi della cieca obbedienza, oltre ogni vincolo etico morale. La minoranza, l’opposizione al governo, spesso dimentica di dover perseguire il controllo della gestione dell’operato di governo per individuarne i limiti e proporre soluzioni, lasciandosi attrarre da gioco delle rappresentazioni demagogiche, al limite del folcloristico al solo fine di apparire quale salvatori della patria pur essendo, invece spesso corresponsabile di una “cattiva” gestione”.
Tali tentativi di giocare allo “scarica barile” sono ancor più insopportabili ai cittadini che ogni giorno hanno necessità di ricorrere ai servizi della sanità e si trovano a dover fronteggiare un sistema che fa acqua da tutte le parti e non eroga servizi adeguati e di qualità.
Si può uscire da questo circolo vizioso? Io penso di sì: con uno scatto di orgoglio di chi, impegnato in politica e nella gestione della sanità con qualità professionali ed etiche, possa rendere inefficaci le azioni devastanti, frutto d’ignoranza e spregiudicatezza, di rappresentanti istituzionali “indegni” e di operatori mediocri invischiati in una logica di equilibri e collaborazioni distorti. Bene ha fatto dunque la minoranza ad astenersi e, per quanto mi riguarda, mi auguro che ciò sia un invito a riflettere sulla possibilità di perseguire una svolta anche nella sanità che i cittadini ci chiedono e, soprattutto, la loro salute pretende.
Il cambiamento, che appariva impossibile, è stato avviato e trova energia e terreno fecondo nel recente voto che ha espresso la volontà dei cittadini e soprattutto nella “rivoluzione” della Chiesa con le dimissioni di Benedetto XVI e l`elezione di Papa Francesco.
Con questa spinta carica di speranza e di progettualità porgo comunque il mio auguro e il mio auspicio affinché il testo approvato non incorra in alcun ostacolo. (0040)
*Consigliere regionale del Pd