Innanzi ad una straordinaria ed inedita trasformazione politica determinata dall’esito elettorale, siamo interpellati, in Calabria, da interrogativi impegnativi che richiedono modalità e tempi che non possono essere la ripetizione di ritualità antiche, obsolete e spazzate via dai durissimi numeri scaturiti dalle urne.
Non serve al Pd convocare congressi, peraltro tardivi visto l’immotivato ed interessato rinvio dello scorso anno,se,a fronte della drammatica condizione calabrese che il voto ha denudato in termini vistosi come non mai, si persevera con vetuste e ferraginose pratiche dirigiste e con la presunzione ed arroganza che possano bastare caminetti ristretti ed oligarchie stanche e logore per costituire una improponibile “cabina di regia” per far fuoriuscire il Pd della Calabria dal terribile pantano in cui si trova.
Occorre rovesciare completamente il copione che, con molta approssimazione, si tenta di veicolare; ed allora ha senso un diverso cronoprogramma che rimetta al centro le persone, uomini e donne, giovani e meno giovani, militanti, amministratori, dirigenti, che nel Pd ci stanno per scelta autentica e che sono un popolo ancora sano,ricco di energia e di vitalità ma stanco di fornire deleghe a “capitribù” che il consenso elettorale ha confinato in “riserve” sempre più piccole e desertificate.
Per questo trovo opportuna e felice la positiva idea lanciata dal dindaco di Amaroni, Arturo Bova, di chiamare ad una “due giorni” di confronto e riflessione il popolo democratico calabrese perché si riappropri del suo destino direttamente e senza intermediazioni rilanciando il protagonismo dei territori,la voglia ancora forte di tanti giovani e di quanti, non hanno smarrito motivazione e generosità; la riflessione post elettorale, infatti, si è consumata come un adempimento stanco e depressivo visto che non si riesce ad incanalare l’esito elettorale verso condivisi sbocchi politici a significazione che occorre, ancora e stringentemente, interrogarsi su quanto avvenuto nelle urne ed anche, e non è secondario, su come il Pd abbia sprecato grossolanamente una preziosa occasione, come le ultime politiche, per costruire in Calabria una vera alternativa al centrodestra.
Sembra che non ci siano colpevoli: non è cosi! Nessuno è ormai detentore della verità e nessuno può più sentirsi autosufficiente; occorre fermare, subito, disegni singolari e lavorare,senza tentennamenti e senza dilazioni temporali, per costruire subito ”luoghi” e “forme” dove ricostruire non soltanto le ragioni dello stare insieme del Pd, smarrite da tempo, ma anche,e soprattutto, come “risintonizzarsi” con la Calabria ed i suoi drammi terribili, ed è questo il vero ed unico nodo che deve unificare gli sforzi interni del Pd in chiave congressuale, che dobbiamo aggredire per tempo se non vogliamo rischiare di sparire letteralmente nel gorgo del voto grillino e dell’astensionismo che sono stati i due veri e soli vincitori del voto calabrese.
*Ex senatore ed europarlamentare del Pd
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