I boss Pesce invocano clemenza per le donne
PALMI «Grido davanti a Dio che alle vostre menti accompagni il cuore per le donne e le faccia tornare libere». Così il boss Antonino Pesce ha concluso le sue dichiarazioni spontanee nel corso dell`ud…

PALMI «Grido davanti a Dio che alle vostre menti accompagni il cuore per le donne e le faccia tornare libere». Così il boss Antonino Pesce ha concluso le sue dichiarazioni spontanee nel corso dell`udienza davanti ai giudici del Tribunale di Palmi nel processo a presunti capi e gregari della cosca Pesce di Rosarno, invocando clemenza per le donne della famiglia imputate. Un`invocazione cui si è associato anche un altro boss, Salvatore Pesce, che ha auspicato «clemenza per le donne».
Salvatore Pesce, in precedenza, aveva attaccato un “qualcuno” che avrebbe contributo a spingere alla collaborazione la figlia, Giuseppina, e la cugina di quest`ultima, Rosa Ferraro, la cui famiglia è legata ai Pesce. Affermazioni che più di uno, in aula, ha interpretato come un attacco al pm della Dda di Reggio Calabria Alessandra Cerreti che ha coordinato l`inchiesta sfociata nel processo. «Mia figlia – ha detto Salvatore Pesce– non sa niente. Qualcuno ha saputo sfruttare il momento, ha fatto uscire sui giornali la notizia della relazione extraconiugale di mia figlia e lei si è sentita persa. Rosa Ferraro, poi, voleva rovinarmi e grazie a qualcuno c`è riuscita». Dopo la conclusione delle arringhe degli ultimi difensori degli imputati e le dichiarazioni spontanee degli imputati, il pm ha presentato una memoria conclusiva di tremila pagine che, di fatto, pone fine all`istruttoria dibattimentale. I giudici hanno quindi rinviato il processo al 16 aprile quando entreranno in camera di consiglio. La sentenza è prevista dopo almeno una settimana. (0050).