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«Paga, altrimenti finisci in quello che vendi»

RENDE I carabinieri di Rende hanno arrestato quattro persone, accusate di estorsione con metodo mafioso ai danni di un’agenzia funebre. Le investigazioni, partite nei primi giorni di aprile, hanno …

Pubblicato il: 18/04/2013 – 8:51
«Paga, altrimenti finisci in quello che vendi»

RENDE I carabinieri di Rende hanno arrestato quattro persone, accusate di estorsione con metodo mafioso ai danni di un’agenzia funebre. Le investigazioni, partite nei primi giorni di aprile, hanno portato all’accertamento di un’estorsione per 10.000 euro. La consegna della prima trance, di 5.000 euro, è stata monitorata e interrotta dall’intervento dei militari.
I fatti. Il 6 aprile scorso, due contitolari di un’agenzia funebre in San Pietro in Guarano hanno riferito al comandante della stazione dei carabinieri di subire richieste estorsive da Enzo Piattello (sorvegliato speciale, nato a Bergamo nel 1964 ma residente a San Pietro in Guarano), Carmine Conforti (pregiudicato 42enne di San FIli, dov`è titolare di un`agenzia funebre) e un`altra persona di Cosenza (poi identificato in Francesco Bevilacqua, sorvegliato speciale 56enne): di lì l’indagine congiunta della stazione di San Pietro in Guarano con il Nor – aliquota operativa di Rende. Il 7 aprile la denuncia formale da parte delle due vittime sporgevano formale denuncia.
A febbraio, Piattello si sarebbe presentato come referente per San Pietro in Guarano e come intermediario di Conforti e Bevilacqua, referente per la criminalità organizzata di Cosenza: dichiaravano di essere stati coinvolti per compiere intimidazioni a un`altra agenzia funebre concorrente della Magnelli (non ancora messe in atto) e volevano 5.000 euro per il solo fatto di essere stati coinvolti. Il 26 marzo, fuori dal deposito dell`agenzia Magnelli, sono statet rinvenute 3 cartucce inesplose calibro 9×21 e nella stessa data Piattello avrebbe chiesto ai titolari se avessero ricevuto il messaggio: all’ennesimo rifiuto, l`uomo avrebbe ribadito la richiesta estorsiva che affermava provenire da «quello che comanda a Cosenza». Il 5 aprile – questa la ricostruzione degli inquirenti –, la vicenda ha avuto un ulteriore sviluppo con un incontro tra Boschelli, Cassano, Conforti e Bevilacqua, all’interno di un bar di San Pietro in Guarano, con richiesta estorsiva di 10.000 euro e la minaccia di Bevilacqua: «Se chiudi, devi chiudere! Se no, ti fanno chiudere! Altrimenti, quello che vendi… ti ci chiudono dentro». E Conforti avrebbe ribadito: «Ti manda a dire Cosenza che devi pagare».
Il 9 aprile, Piattello avrebbe riferito che grazie alla sua intercessione la somma pretesa era nuovamente di soli 5.000 euro. L`11, Conforti avrebbe riconfermato che la somma richiesta era di 10.000 euro: così, il 12, i due avrebbero chiesto il pagamento di due tranche da 5.000 euro l’una, la prima da consegnare il 17 mattina e la seconda il lunedì successivo. E proprio nel corso dell`incontro di ieri mattina – fissato a Castiglione cosentino (contrada Ponte Crati) alle 11 – l`Arma ha predisposto un servizio di osservazione in abiti civili che ha consentito di monitorare l’incontro tra le vittime e due soggetti mentre ricevevano i 5.000 euro. I due sono stati immediatamente arrestati da personale del Nucleo operativo della compagnia di Rende e della stazione di San Pietro in Guarano, identificati in Conforti e Marco Capalbo, 22enne residente a Donnici Inferiore: Pierpaolo Bruni della Dda di Catanzaro ha emesso due fermi di indiziato di delitto per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso per Piattello, rintracciato a San Pietro in Guarano dai militari della stazione, e Bevilacqua, rintracciato a Cosenza dal personale del Nucleo operativo della compagnia di Rende in collaborazione con i militari delle stazioni di Cosenza principale e Cosenza nord della compagnia di Cosenza. (0010)

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